Il progetto

La Lombardia digitalizza documenti etnografici e di storia sociale

Al via un progetto da 2,6 milioni di euro. L'assessore Caruso: "L'obiettivo è garantire la conservazione e l’accessibilità del patrimonio dell’Aess, con particolare attenzione alle nuove generazioni"

La Lombardia digitalizza documenti etnografici e di storia sociale
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Regione Lombardia è pronta ad avviare un progetto per la digitalizzazione di documenti etnografici e di storia sociale dell’Archivio di Etnografia e Storia Sociale (AESS), stanziando 2,6 milioni di euro nell’ambito del programma FESR 2021-2027.

La Lombardia digitalizza documenti etnografici e di storia sociale

L’iniziativa punta a preservare, valorizzare e rendere accessibile a un pubblico più ampio il ricco patrimonio documentario dell’Archivio.

“Il nostro obiettivo  – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Francesca Caruso – è garantire la conservazione e l’accessibilità del patrimonio dell’AESS, con particolare attenzione alle nuove generazioni. Crediamo che l’innovazione sia uno strumento importante per custodire e diffondere la nostra eredità culturale. Questo progetto rappresenta un passo significativo in questa direzione”.

La storia dell’Aess

L’Aess, fondato negli anni Settanta su iniziativa di Roberto Leydi, è un centro pubblico dedicato allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale delle comunità lombarde. Dal 1972, l’Archivio ha raccolto una vasta documentazione fotografica, sonora e scritta, grazie a indagini etnografiche sul campo e all’acquisizione di fondi documentari da collezioni private, enti e associazioni. Questo corpus, in continuo aggiornamento, documenta le tradizioni culturali del territorio lombardo.

Fondi specifici

A partire dal 1978, i materiali fotografici sono stati organizzati in fondi specifici. Il primo è stato il Fondo Mondo Popolare, che raccoglie i servizi fotografici prodotti dalle campagne di rilevazione dell’AESS. Negli anni Ottanta e Novanta, sono stati infatti acquisiti fondi storici e contemporanei di grande rilievo. Tra questi, il Fondo Simone Magnolini, con circa 44.500 oggetti tra negativi su lastra, pellicola e provini su carta baritata (uno specifico tipo di carta fotografica), realizzati tra il 1985 e il 1986. ‘Prove’ che documentano quindi paesaggi, architetture storiche e vita rurale nelle province di Brescia e Bergamo.

La storia locale

Altri fondi di rilievo includono quindi il Fondo Ernesto Fazioli, con circa 2.300 supporti tra lastre in vetro, negativi e stampe originali che documentano la vita cremonese dal 1920; il Fondo Scrocchi, con circa 10.000 supporti, tra stampe, negativi su vetro, pellicola e albumine, realizzati con tecniche fotografiche del tardo Ottocento e dei primi decenni del Novecento; e il Fondo Arno Hammacher, che raccoglie circa 90.000 supporti tra lastre negative in vetro, pellicole, diapositive e provini a contatto. Documentando quindi temi come paesaggi, architettura, scultura, lavoro agricolo, cantieri urbani e design.

Aree geografiche e tematiche raccontate da foto e documenti

Di particolare interesse, inoltre, sono anche il Fondo Ricerca De Martino, che documenta una ricerca sonora e visiva nell’area del fiume Adda; il Fondo Valle Imagna, con circa 1.700 stampe fotografiche raccolte da Alberto Cima nelle collezioni familiari della valle bergamasca. E, ancora, il Fondo Osserva.Te.R., con oltre 1.000 immagini in vari formati, realizzate per il progetto Osservatorio del Territorio Rurale, avviato dalla Direzione Agricoltura della Regione Lombardia e da URBIM nel 1997. Con contributi di autori come Gabriele Basilico e Francesco Jodice.

Le nuove acquisizioni

L’Aess continua a espandere le sue collezioni con nuove acquisizioni. Tra queste, il Fondo Paul Scheuermeier, con ricerche condotte in Lombardia per l’Atlante Linguistico ed Etnografico Italo-Svizzero (AIS 1919-1935); il Fondo Riccardo Schwamenthal, il primo a documentare i retroscena delle ricerche etnografiche in Lombardia; e il Fondo Luigi Ghisleri, che raccoglie campagne fotografiche sui rituali e il paesaggio agricolo dell’area cremonese realizzate negli anni Settanta.

Tra le acquisizioni più recenti spiccano il Fondo Jacqueline Vodoz, con servizi realizzati tra il 1953 e il 1958 sulla società civile dell’epoca; il Fondo Maurizio Buscarino, dedicato al teatro popolare; e il Fondo Giuseppe Morandi, che documenta volti, case, cascine e mestieri della Bassa Padana.

Patrimonio da oltre 1 milione di immagini

Il patrimonio fotografico complessivo dell’Aess supera un milione di immagini e include circa 60.000 file digitali di immagini storiche e contemporanee. Il progetto ‘Digital Archives’ mira a digitalizzare e valorizzare queste collezioni, rendendole accessibili a un pubblico più vasto e facilitandone la consultazione attraverso piattaforme digitali moderne. Gli obiettivi includono la digitalizzazione delle collezioni seguendo standard internazionali per garantire qualità e interoperabilità, la catalogazione dei documenti digitalizzati, la loro integrazione nelle banche dati regionali, la pubblicazione su piattaforme web aggiornate per una fruizione semplice e moderna, il miglioramento delle infrastrutture digitali per uno storage sicuro e accessibile, e lo sviluppo di strutture dati per facilitare la gestione e l’interoperabilità con sistemi nazionali ed europei.

Con digitalizzazione preserviamo patrimonio culturale

“La digitalizzazione dell’AESS – ha sottolineato Caruso – non solo contribuirà a preservare il patrimonio culturale lombardo, ma offrirà nuove opportunità di accesso per ricercatori, studenti e pubblico. Le nuove piattaforme digitali renderanno questo patrimonio più fruibile, promuovendo la conoscenza della cultura immateriale lombarda anche oltre i confini regionali”.

Partnership Aria S.p.A. e Università Bicocca e Statale di Milano

Il progetto sarà quindi realizzato in collaborazione con ARIA S.p.A., responsabile delle infrastrutture digitali per Regione Lombardia. Inoltre, sono previste collaborazioni con l’Università di Milano-Bicocca e l’Università degli Studi di Milano per sviluppare progetti di ricerca e formazione legati al patrimonio culturale immateriale.

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