Trasporti per disabili e anziani

La Grezzago associazione volontari si arrende: chiuderà dopo 17 anni di attività

Il presidente: "Nessun aiuto dal Comune, che non voluto ridarci neanche la sede. Ci si spezza il cuore, ma non possiamo fare altro".

La Grezzago associazione volontari si arrende: chiuderà dopo 17 anni di attività
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Una brutta notizia per Grezzago e i suoi abitanti. Ma i volontari della Gav ormai non riescono più ad andare avanti: sono troppi i problemi da affrontare.

Grezzago, i volontari del Gav gettano la spugna

Il sodalizio, fondato nel 2005m conta 175 soci e si occupa di trasporto di anziani, disabili e chi si trova in difficoltà economiche verso gli ospedali e i luoghi di cura. Prima della pandemia, nel 2019, erano stati effettuati 390 servizi per gli adulti e 890 per i ragazzi diversamente abili. Un servizio davvero utile per Grezzago e i suoi abitanti, che però si appresta a ufficializzare la sua fine. Succederà nell’assemblea dei soci convocata per sabato 26 novembre 2022 nell’aula consiliare di via Roma.

"Nessun sostegno dall'Amministrazione, non abbiamo neanche una sede"

"Agli iscritti chiediamo una quota annuale di cinque euro per offrire servizi a tariffe agevolate - ha spiegato il presidente Claudio Schibuola - Con l’arrivo del Covid e il drastico crollo di richieste ci siamo trovati in difficoltà, tanto da dover vendere una delle due auto rimaste per i trasporti. Il Comune non ci ha mai dato neanche un centesimo e l’Amministrazione non vuol più metterci a disposizione la sede".

L’associazione utilizzava un locale nella palazzina Roccolo al centro sportivo, già tolto durante il periodo di commissariamento all’inizio dell’anno.

L’età media dei volontari è di 75 anni e, di fronte a queste difficoltà, il gruppo ha deciso di optare per la cessazione delle attività.

"La Giunta ci ha chiesto, in cambio di di un qualche sostegno, di occuparci dell’accompagnamento da e verso la scuola di una bambina con problemi con motori, ma non è fattibile - ha aggiunto il presidente - L’impegno sarebbe lungo e costante, rappresenterebbe un lavoro che durerebbe tutto l’anno scolastico obbligandoci a rinunciare ad altri servizi perché toglierebbe disponibilità di tempo. Chiudere l'associazione mi spezza il cuore, ma così non si può lavorare. Non è così che so dovrebbe trattare chi mette a disposizione il proprio tempo per aiutare chi si trova in difficoltà in paese".

 

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