La Croce dell'Adda saluta l'autista Mario, che va in pensione dopo 41 anni di volontariato
Maestrelli, di Cassano d'Adda, è tra i fondatori dell’associazione
Il "papà" della Croce dell’Adda di Cassano d'Adda dovrà lasciare l’associazione che ha contribuito a fondare per raggiunti limiti di età. I volontari hanno reso omaggio a Mario Maestrelli durante la cena di Natale.
Una colonna dell'associazione
Il presidente Giandomenico Mecca gli ha consegnato un pendente d'oro a titolo di ringraziamento, con questa dedica: "Non sottovalutare mai la differenza che hai fatto nelle vite che hai sfiorato. A Mario, con riconoscenza dalla Tua Croce dell'Adda".
Il cassanese ha prestato servizio come autista di ambulanza in emergenza urgenza. Maestrelli è nato il 31 dicembre 1952 a Vaprio d’Adda. E’ stato un perito elettromeccanico presso aziende idrosanitarie e, negli ultimi dodici anni lavorativi, dipendente della Croce dell’Adda (sino al 2010 quando è andato in pensione). Ha ricoperto tutti i ruoli, da presidente a vice ed è attualmente membro del Consiglio di amministrazione e volontario operativo.
Sono stato tra i fondatori della Croce dell’Adda. La prima idea di costituire un sodalizio per il territorio cassanese risale al 1975. Era già ben avviato l’ospedale Zappatoni, che aveva una convenzione con la Croce Rossa Italiana. Allora il volontariato era molto sentito e il dedicarsi al servizio del prossimo era una delle priorità: da qui lo spirito che animò il gruppo dei fondatori di quella che diventò un’associazione che poteva disporre di un’autolettiga per i servizi intraospedalieri e di primo intervento, a disposizione del territorio
ha spiegato il cassanese.
Inizialmente il nome era "Volontari Croce Cassanese" , che diventò poi Croce dell’Adda su iniziativa di Emilio Pacchiarini. Gli anni che precedettero la costituzione (avvenuta il 30 giugno del 1982) furono dedicati ai primi corsi di formazione dei volontari a cura dei dottori Lamari e Fanzaga.
L’associazione nel corso di questi quarant’anni è cambiata sotto ogni punto di vista, sia per quanto riguarda la formazione sia per i mezzi e i presidi. Se nei primi anni l’approccio al primo soccorso era molto semplice, man mano divenne professionale sino all’inizio del 2000 con l’esordio del 118. Da qui un crescendo di formazione sempre più impegnativa e volta a migliorare i servizi stessi con protocolli operativi
ha sottolineato Maestrelli, che per raggiunti limiti di età e a causa della normativa in vigore, non potrà più guidare le ambulanze. Ma il volontariato per lui non terminerà a fine anno, perché comunque darà il suo contributo per i servizi sociali.