La banda di Cambiago dopo cento anni presto potrebbe scomparire
La banda di Cambiago ha bisogno di nuovi membri. Senza, presto poterbbe scomparire...
Sono sei i musicisti della banda di Cambiago ora. Se non arriveranno nuove leve, presto la banda scomparirà. A dirlo è Piero Biffi, il direttore della banda, a cui è legato da più di 50 anni.
"Ci servono l’aiuto di Comune e parrocchia" - ha aggiunto - "Abbiamo la sede, gli strumenti e le divise, ma necessitiamo di una mano per trovare nuovi membri".
La banda di Cambiago, una tradizione centenaria
La banda è una tradizione che a Cambiago affonda le sue radici nella fine dell’ 800. Un pezzo di storia del paese che potrebbe essere pericolosamente vicino alla sua fine.
A Cambiago alla fine del diciannovesimo secolo c’erano addirittura due bande. “Quella parrocchiale e una fanfara, di spirito liberale" - ha spiegato Biffi - "Nel 1907, si sono fuse in un unico gruppo”.
Negli anni successivi, fino ad arrivare alle due Guerre mondiali, la banda ha vissuto un periodo altalenante di scioglimenti e rinascite fino ad arrivare al 1967, l’anno in cui tra le sue file inizia ad accogliere i primi allievi. Tra loro c’è anche Biffi.
Un’emozione che vivono sempre meno persone
Ogni volta, l’emozione che Biffi prova a esibirsi davanti la cittadinanza è la stessa.
Suonare nella banda mi ha dato la possibilità di dar libero sfogo alla mia passione per la musica - ha ammesso - E’ per questo che a distanza di anni io e Villa Giulio, che ha iniziato con me, siamo ancora qui. E poi la soddisfazione, specialmente in alcune strade, come in via Madonna: lì l’acustica è meravigliosa e la soddisfazione è grandissima.
Ora per riempire di musica le strade delle città di tutta la Martesana le bande devono allearsi. I vari gruppi si scambiano nuovi talenti per coprire i posti vacanti per i vari servizi
Per questo è importante preservare la banda, che accompagna la vita della cittadinanza e ne scandisce le ricorrenze più importanti come gli anniversari o le cerimonie istituzionali.
Stiamo cercando suonatori di trombone, di bombardino, di clarinetto e di sassofono - ha aggiunto - Almeno tre quarti dei componenti dovrebbero essere del paese, ci servono adulti e giovani. L’ultima volta che Biffi e i suoi colleghi hanno suonato per la cittadinanza era il 4 novembre.
Il prossimo appuntamento è per la Festa della Liberazione. E potrebbe essere uno degli ultimi. “Il futuro della banda dipende dai giovani - ha concluso Biffi con amarezza - Senza di loro siamo destinati a scomparire”.
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 2 aprile 2022.