Inventata a Pozzo d'Adda la prima pizza senza carboidrati
Lo chef Elio Lavarini ha inventato il primo impasto al mondo senza carboidrati: il segreto è nell'aloe
La prima pizza al mondo senza carboidrati, assaggiare per credere. Si chiama "Che Pizza" ed è pensata appositamente per la dieta chetogenica (da qui il nome), un protocollo medico alimentare a basso contenuto di carboidrati ma ricco di grassi. In meno di una settimana dal suo ingresso sul menù, in tantissimi l'hanno già ordinata e assaporata. Semplice curiosità? Forse; ma che sia un qualcosa di particolare al palato non c'è dubbio.
Il segreto è nell'impasto: lino, psillio e... succo di aloe
Il segreto è tutto nell’impasto, che include farina di lino, farina di psillio e succo di aloe: insieme, questi tre ingredienti sostituiscono la classica ricetta fatta di farina, acqua, sale e lievito, dando vita a un composto totalmente privo zuccheri, ma egualmente «impastabile» per la realizzazione di una pizza. L'ideatore è lo chef Elio Lavarini, proprietario della pizzeria Brothers & Sisters di Bettola di Pozzo D'Adda, dove attualmente si può mangiare questa "nuova" pizza. Alla vista poco cambia se non per il colore, più ambrato: la vera differenza, semmai, è nel gusto, con una leggera sfumatura dolce.
Ma come è nata l'idea di una pizza senza carboidrati? Così l'ha spiegata l'ideatore di Che Pizza Elio Lavarini :
Da un buco di mercato, che genera un bisogno e che, quindi, fa partire la ricerca, in questo caso gastronomica Sul mercato sono già presenti pizze o impasti di pizza con un basso contenuto di carboidrati, ma questa è la prima e unica al mondo a esserne totalmente priva.
Per realizzarla io e tutto il mio staff abbiamo investito parecchio tempo e denaro per raggiungere un giusto equilibrio di gusto e proprietà benefiche per il corpo.
Sono convinto che quello che abbiamo realizzato sia un enorme passo in avanti nel mondo della gastronomia, che sottolinea ancora una volta come non solo le cose gustose sono anche benefiche, ma che anche le cose che fanno bene al nostro corpo e alla nostra dieta possono essere buone e appaganti.
Una ricerca che è partita dalla scelta degli ingredienti. Ancora lo chef:
Non è stato facile capire quali fossero quelli più adatti da utilizzare. La farina di lino, per esempio, è una scelta eccellente per un impasto cheto, poiché oltre a essere povera di carboidrati, è ricca di fibre, che aiutano a conferire struttura e consistenza all'impasto e contribuiscono a una migliore gestione dei livelli di zucchero nel sangue.
Stessa cosa per la farina di psillio, una pianta erbacea tipica dell’area mediterranea, in grado di assorbire l'acqua, formando un gel che conferisce elasticità al composto.
La vera sorpresa, però, è stata l'aggiunta del succo di aloe, che oltre a dare al composto una serie di proprietà benefiche, entra anche nel processo di lievitazione, rendendolo soffice e più digeribile. Non è stato facile ottenere un equilibrio tra gusto, quasi nocciolato, consistenza e qualità nutrizionale, ma alla fine, dopo molti assaggi, siamo riusciti ad ottenere una ricetta stabile e valida.
I benefici della dieta chetogenica
La dieta chetogenica è un protocollo medico alimentare a basso contenuto di carboidrati e ricco di grassi che mira a indurre uno stato metabolico chiamato "chetosi", durante il quale il corpo utilizza principalmente i grassi come fonte di energia al posto degli zuccheri derivati dai carboidrati. Così il biologo Daniele Finorio:
Per fare ciò occorre abituare il proprio organismo a un drastico calo di carboidrati, che dovrebbero rappresentare soltanto il 5-10% delle calorie totali consumate in un giorno, e un aumento dei grassi fino al 70-75%.
Questi grassi possono provenire da olio d'oliva, burro, avocado, noci, semi, frutta secca e oli vegetali.
La dieta chetogenica è utile innanzitutto agli sportivi di alto livello perché abbassa lo stato infiammatorio del corpo, ma può essere d’aiuto anche nella gestione di alcune patologie specifiche, come l’epilessia, l’obesità, il diabete di tipo 2 e la sindrome dell'ovaio policistico. Inoltre, alcune ricerche ne suggeriscono l’impiego, come terapia aggiuntiva, nel trattamento di alcuni tipi di cancro.
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta dell'Adda in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 4 novembre 2023.