Inaugurato il tratto "più green" della pista ciclabile che collega Milano e Segrate all'Idroscalo
La pista, parte della rete Biciplan "Cambio" è stata realizzata con asfalto riciclato e a freddo grazie a una tecnologia made in Italy
Un taglio del nastro che segna una prima volta importante per l’ambiente e per la Lombardia. Oggi, lunedì 24 luglio, Città metropolitana ha inaugurato la prima pista ciclabile in asfalto green 100 per cento riciclato a freddo e colorato, che permetterà di raggiungere l’ingresso est dl'Idroscalo pedalando accanto a via Rivoltana, nel quartiere di Novegro, a Segrate.
Inaugurata all’Idroscalo la prima pista ciclabile con asfalto green 100%
E’ un doppio traguardo quello festeggiato nella mattinata di oggi, lunedì 24 luglio, all’Idroscalo. Da una parte c’è l’inaugurazione di circa 313 metri di pista ciclabile a basso impatto ambientale, innovativa e sicura, un’ulteriore estensione della Linea 6 del Biciplan Cambio, il cui primo tratto era stato inaugurato lo scorso anno.
Dall’altra c’è il debutto della tecnologia, totalmente made in Italy, brevettata da Iterchimica che permette di creare un asfalto green, riducendo le emissioni di CO2 del 70%, l’impiego di nuovo bitume e aggregati di oltre il 94% e con un risparmio energetico del 67% rispetto a una pavimentazione tradizionale. Un'innovazione che riguarderà anche altre linee della rete di piste ciclabile che Città metropolitana intende realizzare nei prossimi anni. A spiegarlo è stato Marco Griguolo, consigliere con delega alla Mobilità nonché membro del parlamentino di Segrate:
E’ sicuramente un piccolo tratto, ma va nella direzione che come città metropolitana stiamo cercando di portare avanti. Biciplan Cambio prevede la realizzazione di una pista ciclabile colossale, che interessa tutta l’area metropolitana: 750 chilometri, che attraversano i 133 Comuni e che metterà in sicurezza le piste già presenti.
Questi 300 metri hanno già un impatto significativo: la sostenibilità è un tema sulla bocca di tutti e per far sì che queste parole non siano lasciate al vento, mi impegnerò per far sì che tutte le piste ciclabili del progetto Cambio siano realizzate con questo asfalto green, che genererà benefici per tutti noi. Questo non deve essere un punto di arrivo, ma di partenza.
Al suo fianco durante la cerimonia, Federica Giannattasio, Amministratore Delegato di Iterchimica, che ha spiegato i benefici della nuova tecnologia impiegata per realizzare questo tratto della pista ciclabile:
La realizzazione di una pavimentazione stradale richiede notevoli trasporti di materiali e un significativo consumo di energia, con un conseguente impatto sull’ambiente. Da circa 20 anni ci occupiamo del recupero delle vecchie pavimentazioni, per un minore impatto ambientale. Il vecchio asfalto viene prelevato, riportato nel nostro impianto e rimescolato e colorato e utilizzato a freddo per ottenere una nuova pavimentazione. Non si impiegano nuovi materiali: per 300 metri si userebbero 200 tonnellate di inerti, pietre e bitumi. Noi abbiamo utilizzato solo materiale di recupero, significa un impatto ambientale significativamente ridotto e condizioni di distesa migliori per gli operatori che non devono lavorare ad alte temperature per stendere l’asfalto.
Circa il 20 per cento di Biciplan Cambio sarà in asfalto green
Si chiama “Cambio” il biciplan di Città Metropolitana di Milano che punta a collegare tutto il territorio. Una volta completato consterà di 24 linee: la 6 (che collegherà Milano a Caravaggio, passando per l’Idroscalo, Segrate e Truccazzano ) è attualmente completa al 26 per cento.
L’obiettivo ora è utilizzare la tecnologia di Iterchimica in ogni tratto che lo consenta, ovvero per la riqualificazione di piste già presenti o che si trovano in contesti urbani, vale a dire quasi il 20% della rete. I vantaggi e i benefici sono molteplici. In primis questo tipo di pavimentazione consente una maggior riduzione del calore in ambito urbano, mitigando la formazione di isole di calore e favorendo un abbassamento della temperatura. C'è poi la riduzione delle emissioni di CO2 (più basse del 70 per cento rispetto alle tecnologie tradizionali), a cui si aggiungono un minor consumo di risorse (più basso del 94 per cento nel caso del bitume, del 96 per altri aggregati) e di energia (il 67 per cento in meno).