Il caso

In un Comune (leghista) il bando per agenti della Polizia Locale è aperto anche ai rifugiati

Accade a Cologno Monzese: il sindacato ha sollevato il caso e il Municipio (dopo aver ammesso l'errore) fa marcia indietro.

In un Comune (leghista) il bando per agenti della Polizia Locale è aperto anche ai rifugiati
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In un Comune (leghista) il bando per agenti della Polizia Locale è aperto anche ai rifugiati. Accade a Cologno Monzese: il sindacato ha sollevato il caso e il Municipio (dopo aver ammesso l'errore) fa marcia indietro.

Bando per la Polizia Locale aperto a tutti: anche ai rifugiati politici...

Un caso nel caso. A Cologno (a guida leghista dal 2015 con il sindaco Angelo Rocchi) la divisa della Polizia Locale avrebbero potuto indossarla anche candidati con cittadinanza di uno degli Stati dell’Unione Europea, extracomunitari con regolare permesso di soggiorno, richiedenti asilo e rifugiati politici. Poi il dietro front degli uffici comunali, una volta messi davanti alla consapevolezza di aver fatto uno scivolone. Il tutto è nato a seguito del bando redatto dagli uffici per la selezione di un agente che dovrà andare a rinforzare il Comando. Una visione "estensiva" che ha fatto sobbalzare sulla sedia i sindacati di categoria Cse-Flpl e Sulpl-Sulpm guidato a livello provinciale da Sergio Bazzea, per i quali (circolare della Prefettura alla mano) la professione di ghisa può essere svolta solo da titolari di cittadinanza italiana.

"In un tempo di grande confusione e di commistione di ideali politici variegati, ecco la svolta progressista, inaspettata, che l’Amministrazione di Cologno ha inteso perseguire: dare la possibilità anche agli extracomunitari, ai richiedenti asilo e ai rifugiati politici di vestire l’uniforme - hanno sottolineato dalla segreteria provinciale in una nota - Un’idea che potrebbe costituire forse il futuro delle Forze dell’ordine, multiculturali e scevre da vincoli legati alla cittadinanza".

Peccato però che, a oggi, tutto ciò non si possa fare.

Gli stranieri possono fare per esempio gli operai, non gli agenti

"L’articolo 38 del Testo unico del pubblico impiego preclude ai cittadini dell’Unione europea e agli extracomunitari l’accesso ai posti di lavoro pubblici per i quali vi sia un esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, mentre consente loro l’accesso a quelle figure professionali che non implicano l’esercizio di tali poteri", hanno proseguito i sindacati.

Tradotto: uno straniero può fare l’operaio comunale e l’autista dello scuolabus, non l’agente di polizia giudiziaria, di pubblica sicurezza e di polizia stradale.

"La Prefettura di Milano era già intervenuta con una nota nel 2019, con la quale aveva ribadito che il conferimento della qualifica di agente di pubblica sicurezza rivestita dagli agenti di Polizia Locale può essere rilasciata solo ai cittadini italiani e su questo punto il bando di reclutamento del Comune di Cologno Monzese appare contraddittorio, proprio nella parte in cui fra i requisiti richiesti impone ai candidati di avere le carte in regola per conseguire la qualifica di agente di pubblica sicurezza - hanno proseguito - Una grande confusione, insomma".

Un caso simile era emerso nel 2018 a Milano, quando il Comune tentò di estendere il reclutamento degli agenti a cittadini stranieri, "salvo essere costretto, però, dopo le polemiche, a correggere il bando, giustificando il fatto come un mero refuso - hanno concluso dai sindacati - Sorge spontanea quindi la domanda da porre al sindaco Angelo Rocchi: questa singolare iniziativa è frutto di un mero refuso o di una reale svolta progressista?".

Il Comune, messo davanti all'evidenza, ammette l'errore e fa marcia indietro

Alla fine il "nodo" è stato districato. A farlo è stato l’assessore alla Sicurezza di Fratelli d’Italia Salvatore Lo Verso, che una volta venuto a conoscenza della nota dei sindacati si è subito mosso per capire cosa fosse accaduto.

"Non c’è stata alcuna scelta politica 'progressista' dell’Amministrazione, si è trattato di un errore tecnico, commesso dal dirigente - ha spiegato - Il bando verrà pubblicato corretto in Gazzetta Ufficiale a fine mese. Ci tengo a precisare che gli stessi requisiti erano stati inseriti anche in quello precedente. Mi domando il perché il sindacato non se ne sia accorto anche allora e perché non abbia alzato la cornetta per fare una semplice telefonata".

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