CENTO PASSI

In Martesana diciamo "no" alla mafia: la camminata a Cologno Monzese

Più di cinquecento i partecipanti da tutto il territorio per la terza edizione della Camminata Antimafia della Martesana

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Un corteo di ombrelli bianchi ha sfilato per le vie di Cologno Monzese ieri, 16 marzo 2024, per portare in mezzo alla gente la lotta alla mafia e alla criminalità.

L'Adda Martesana in cammino

L'appello del sindaco della città di Cologno Stefano Zanelli, che ha ricevuto a sua volta il testimone dalla prima cittadina pioltellese Ivonne Cosciotti, ha riscosso una grande affluenza da tutti i Comuni dell'Adda Martesana. Sono oltre cinquecento i cittadini in corteo che insieme ai primi cittadini e le autorità hanno partecipato alla terza edizione della Camminata Antimafia.

Il corteo di cittadini e autorità

La camminata si è snodata lungo le principali vie della città, dal parcheggio della metropolitana M2 Cologno Centro fino a Villa Casati, di fronte al Municipio. Un lunghissimo serpentone di rappresentanti dei Comuni della Martesana, scuole, oratori, associazioni, sindacati e gruppi scout. Affisse lungo il percorso 50 sagome di donne e uomini vittime innocenti della mafia con le loro storie e le loro vite.

Questi sono solo i primi "Cento passi" che anticipano la manifestazione nazionale del 21 marzo, che si svolgerà a Roma in occasione della XXIX edizione della Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

La testimonianza contro la mafia

Presente alla camminata organizzata da Libera Contro le Mafie e Avviso Pubblico anche Francesca Ambrosoli, figlia dell’Avvocato Giorgio Ambrosoli ucciso dalla mafia nel 1979.

Ogni anno le città si riempiono di persone che si stringono in un abbraccio collettivo allo scandire di un elenco sempre più lungo di nomi e cognomi che hanno perso la vita. Persone come mio padre, Giorgio Ambrosoli, amate dalle loro famiglie, dagli amici e dalla comunità per il bene che compivano ogni giorno. Non pensateli eroi, erano uomini coraggiosi, senz’altro, ma chissà quante volte hanno avuto paura. Prendiamoci a cuore alcune di queste storie così da poterle raccontare e diffondere. Tante di queste persone sono esempi da seguire. I nostri ragazzi, ma tutti noi, abbiamo bisogno di valori in cui credere e di uomini di valore a cui guardare con ammirazione. Solo così la memoria diventerà impegno concreto e carico di significato.

Queste le parole di Francesca Ambrosoli.

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