Il primo passo nel futuro: i ragazzi sono entrati nel Centro diurno disabili di Melzo
Il nuovo Cdd di via Mascagni è finalmente operativo. Dopo 38 anni chiude definitivamente la porta l'edificio di viale Gavazzi
"Un piccolo passo per l'uomo, un grande passo per la comunità". Parafrasando la celebre frase di Neil Armstrong, anche a Melzo questa mattina è avvenuto qualcosa di storico. I ragazzi del Centro diurno disabili dopo 38 anni hanno lasciato la struttura di via Gavazzi e hanno fatto ingresso definitivamente nel nuovo edificio di via Mascagni.
Il primo giorno dei ragazzi del Cdd
Oggi, lunedì 8 maggio 2023, alle 8.30 il nuovo Centro diurno disabili di via Mascagni (nel plesso scolastico di via Bologna) ha definitivamente aperto le porte ai 25 utenti attuali che, d'ora in avanti, potranno godere del rinnovato edificio per le attività, le lezioni e i momenti che già venivano proposti dal personale della Cooperativa Insieme all'interno della struttura di via Gavazzi, chiusa dopo 38 anni di attività.
Grande emozione degli operatori, dei volontari e del presidente della Cooperativa Franca Foglio nel dare il benvenuto ai primi ad arrivare.
Nelle passate settimane li abbiamo già portati nel nuovo complesso per prendere le misure con gli spazi ed evitare che il trasferimento avvenisse in maniera troppo veloce e quindi potesse metterli in difficoltà. Chiaramente le prime settimane saranno di ambientamento, anche per noi che ancora dobbiamo conoscere gli ambienti e terminare le opere di sistemazione e personalizzazione degli spazi.
ha spiegato la presidente.
Un weekend intenso di lavori
La giornata di oggi è stata preparata per settimane, ma il grosso delle operazioni è stato concluso nel weekend quando il personale e i volontari della Cooperativa Insieme hanno dovuto effettuare il trasloco definitivo per non far perdere nemmeno un giorno di attività ai propri ospiti. Fondamentale anche la collaborazione del Gruppo missionario Le Formiche che si è occupato di fare avanti e indietro da viale Gavazzi per smontare, trasportare e rimontare le ultime cose.
Non nascondo che dopo 38 anni c'era tanta emozione nel lasciare la struttura che ci ha visto crescere e che ha ospitato tantissimi ragazzi passati per il nostro Centro. Oggi è un sogno che si avvera: mio, dei volontari, degli operatori e soprattutto delle famiglie dei ragazzi del Cdd. Mi sembra doveroso dedicare un pensiero ad Alberto Villa, ex presidente e socio fondatore della cooperativa che tanto si è speso su questo progetto. Sono certa che oggi sia al nostro fianco in questa data storica.
ha concluso il presidente che ha voluto ringraziare anche il personale Tecnico del Comune, gli architetti e i progettisti che hanno realizzato la struttura e l'Amministrazione comunale che non ha mai rinunciato a perseguire un sogno. Una strada con tanti ostacoli, un percorso durato ben 10 anni.
"La prima campanella"
A suonare è stata la campanella dell'adiacente scuola Primaria, ma anche per il Cdd alle 8.30 sono arrivati i primi pulmini degli ospiti. Ad accoglierli c'era anche il sindaco Antonio Fusè che non ha voluto perdere l'occasione di vedere i volti emozionati e sognanti dei ragazzi che entravano nella loro nuova "casa".
Oggi è un grande giorno per tutta la nostra comunità. Si aprono i cancelli della nuova sede del Cdd di via Mascagni che ospiterà i nostri amici diversamente abili che, insieme agli operatori della Cooperativa Insieme, diventeranno il motore delle tante attività che si svolgeranno tra le mura di questa nuova struttura.
ha detto il sindaco
Avvicinare il mondo della disabilità alla scuola è stata una scelta pensata e sofferta, ma abbiamo la certezza che sarà vincente e che porterà beneficio a tutta la nostra comunità. Il centro offre servizi di assistenza e di cura, ma è anche un luogo per aprirsi con diverse occasioni di incontro che possono consentire una maggiore coesione tra persone con e senza disabilità. Abbiamo portato il Cdd a due passi dal centro cittadino dove sono collocati i servizi, ma soprattutto lo abbiamo inserito in un polo scolastico perché la scuola non può che essere un modo per dare valore alle diversità e all'unicità delle persone che potranno sentirsi davvero parte di una comunità.