"Il Parco dei Nuovi nati di Carugate è figlio dei capannoni"
Pd e Carugate Attiva contestano l'operazione che ha visto sorgere il "polmone verde"
La nascita di un parco è sempre un fatto positivo. Ma lasciata da parte questa premessa, si fanno spazio critiche che dall’opposizione non hanno mai nascosto. E che ora, archiviata l’inaugurazione dello scorso weekend, diventano ancora più forti.
Il Parco dei Nuovi nati (che non piace)
Il Parco dei Nuovi nati sorto in via Garibaldi, a Carugate, inaugurato nei giorni scorsi con una cerimonia di "adozione" degli alberi da parte delle famiglie con i loro piccoli al seguito, non piace al Pd e a Carugate Attiva.
"Spontaneamente verrebbe da pensare che sia il frutto di una bella pensata del sindaco Luca Maggioni per rendere fruibile un’area degradata o per regalare ai cittadini nuovi alberi, ma la verità è che serve a nascondere qualcos’altro, ossia la cementificazione visibile girando l’angolo alla fine del parco stesso".
L'ampliamento della zona industriale
Il "polmone verde" comunale, infatti, è sorto nell’ambito dell’ampliamento della zona industriale ai confini con Agrate Brianza. Il Pgt approvato dalla prima Amministrazione Maggioni ha concesso questa possibilità, portando alla costruzione di nuovi capannoni ai margini della Sp121.
"Ventiquattromila metri quadrati di area agricola sono diventati nell’ultimo anno un gigantesco insieme di capannoni e parcheggi asfaltati - hanno osservato dal partito e dalla lista - In cambio di questa edificazione, il Comune ha chiesto una 'compensazione verde': trasformare gli ultimi campi presenti, ancora agricoli, nel Parco dei Nuovi nati. Tutto ciò accade in Lombardia, prima Regione italiana per consumo di suolo, con migliaia di capannoni e siti abbandonati: se ne contano 3.800 nella sola Brianza".
Lo scambio con un'area da bonificare
A essere contestata è l’intera operazione.
"ProCarugate e l’Amministrazione hanno reso agricola un’area edificabile nella zona della discarica, in via Riva Bambina - hanno proseguito - Vero, peccato che quelli sono terreni inquinati, difficilmente adattabili a una agricoltura di qualità e costosi da risanare, al punto che sta intervenendo Eni per delle prime e complesse bonifiche, mentre dove ora ci sono i nuovi capannoni la terra era vergine e fertile".
Tutta la fascia lungo via Berlinguer, che oggi è un prato e sembra parte del parco stesso, "è in realtà di un privato, che un domani potrà recintarla o magari costruirci sopra come dimostrano le mappe del Pgt - hanno osservato - Perché il Comune non ha imposto la cessione anche di quel segmento di terra? Dove sta la sbandierata alleanza pubblico-privato? A noi sembra solo una grande operazione di greenwashing per nascondere la scelta di aver reso edificabili terreni agricoli".
"Inoltre... è triste"
Per i dem e Carugate Attiva, inoltre, quello sorto potrebbe presto diventare un "deserto". "È architettonicamente triste", hanno rimarcato, con tanto prato, alcuni alberi, nessun cespuglio e nessuna fioritura.
"Ma ne è valsa davvero la pena?"
"Camminando per i vialetti, ci chiediamo: ne è valsa la pena? - hanno commentato il segretario dem Francesco Galli e i consiglieri di Carugate Attiva Rosaria Amato e Dario Pizzul - É questo il modello di sviluppo che serve a Carugate e all’Italia? I carugatesi avevano davvero bisogno di quel parco in cambio di 24mila metri quadrati di suolo diventato cemento? Noi crediamo che un’altra politica sia possibile, in cui il verde e il rispetto del pianeta siano bussola della pianificazione territoriale e non merce di scambio".
Il servizio nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 9 dicembre 2023