Il nuovo polo logistico a Vaprio d'Adda affonda definitivamente: vittoria ambientalista anche in Consiglio di Stato
Anche in secondo grado confermati i rilievi sollevati da Legambiente nel vittorioso ricorso al Tar del 2023: gravi carenze nel progetto. Dodici ettari di terreno agricolo (di fatto) restano tali
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Anche il Consiglio di Stato ha dato ragione a Legambiente in merito a un nuovo polo logistico a Vaprio d'Adda. I giudici di secondo grado hanno infatti confermato la bocciatura al progetto che era stata sentenziata nel primo.
L'insediamento logistico
Il progetto prevede la costruzione di un capannone di logistica di 55mila metri quadrati e alto come un palazzo di sei piani su quello che attualmente è un vasto territorio agricolo.
L'obiettivo è far nascere un polo dedicato alla logistica per la grande distribuzione che prevede, oltre ai capannoni, anche i piazzali per il parcheggio e il carico e scarico delle merci e la connessa viabilità, per complessivi 125mila metri quadrati di terreno occupato.
Il ricorso al Tar di Legambiente
Legambiente e un nutrito gruppo di cittadini hanno proposto un ricorso al Tribunale amministrativo regionale. I magistrati nell'ottobre 2023 avevano stabilito che il procedimento approvativo, avviato a giugno 2020, è gravato da severi vizi, in particolare riferiti alla Valutazione d’impatto ambientale.
L’Amministrazione comunale e l’operatore hanno anche sottoscritto un accordo per la realizzazione della struttura: in base a esso il Comune veniva in possesso di un’area di 13mila metri quadrati la Giunta vorrebbe realizzare il nuovo centro sportivo.
Il ricorso in Appello
L'operatore non si era dato per vinto e aveva appellato la sentenza di primo grado. Anche il Consiglio di Stato ha però ragione a Legambiente sulla illiceità dell'importante insediamento, confermando carenze procedurali.
Così Legambiente in un comunicato:
Dopo la prima sentenza sfavorevole, l’azienda si e appellata al Consiglio di Stato, che ha confermato il parere del Tar. Si conclude quindi l’iter della giustizia amministrativa, e il territorio conserva oltre dodici ettari di terreno agricolo, con i relativi servizi ecosistemici, altrimenti condannati ad essere cementificati.
Sospiro di sollievo per Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia:
Oltre al diritto prevale il buonsenso. Sentenze come questa confermano la necessita e l’urgenza di politiche territoriali che accompagnino i processi di sviluppo della logistica, fornendo certezze agli operatori e rispettando le risorse naturali più scarse, come il suolo agricolo.
Compete a Regione Lombardia di sviluppare politiche e investimenti infrastrutturali che favoriscano l’utilizzo efficiente degli spazi, puntando in via prioritaria al ripristino delle aree dismesse, anziché all’occupazione di aree agricole.
Un risultato che certo avrebbe riempito di soddisfazione Giuseppe Moretti, presidente di Legambiente Martesana, recentemente scomparso e che tanto si era battuto contro tale intervento.