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Il messaggio dell'arcivescovo Mario Delpini per la fine del Ramadan

Monsignor Delpini: "Le nostre religioni ci ricordano che, per fermare l'odio e i conflitti, l'arma migliore è la misericordia di Dio"

Il messaggio dell'arcivescovo Mario Delpini per la fine del Ramadan
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Anche quest'anno l'arcivescovo Mario Delpini non ha mancato di fare arrivare il proprio saluto ai fratelli musulmani, che oggi, domenica 30 marzo 2025, celebrano la festa della rottura del digiuno per la fine del mese sacro del ramadan.

"Radici comuni di fratellanza"

Sua Eccellenza ha sottolineato nel suo messaggio l'importanza del dialogo interreligioso:

Cari fratelli e sorelle musulmani , anche quest'anno è mia premura far pervenire a tutti voi gli auguri miei personali e dei cristiani della Diocesi di Milano per una fruttuosa conclusione del mese di Ramadan e un gioioso 'Id al-Fitr.

Come ha ricordato il messagg10 del Dicastero per il Dialogo interreligioso, la condivisione di un tempo di digiuno e di preghiera - noi nel periodo della Quaresima, voi nel mese di Ramadan - è l'occasione per ritrovare le comuni radici del dialogo e della fratellanza: dialogo e fratellanza preziosi e necessari non soltanto per nobili motivi estrinseci - quali la costruzione di vie di confronto, di stima e di pace -; ma soprattutto, e molto più profondamente, per testimoniare gli uni agli altri, e alla società milanese e lombarda, il primato di Dio nelle nostre esistenze, insieme alla gioia che scaturisce dal vivere fedeli a Lui e alla Legge che ci ha donato.

Il viaggio in Turchia e il 700esimo anniversario di Nicea

Delpini ha poi richiamato alla mente il suo recente viaggio in Turchia dove ha ricordato il settecentesimo anniversario del concilio di Nicea, colonna portante del cristianesimo odierno, ma che si trova oggi in un Paese a maggioranza musulmana:

Nello scorso mese di febbraio mi sono recato in Turchia con i giovani preti della Diocesi, per un pellegrinaggio sui luoghi che hanno visto le origini della nostra fede, in occasione del 1700° anniversario dalla celebrazione del Concilio di Nicea, nel 325 d.C..

Abbiamo avuto la lieta opportunità di vivere anche alcuni momenti di dialogo interreligioso, sentendoci confortati dalle sapienti parole ascoltate da chi ci ha accolto, rinnovando la stima che reciprocamente nutriamo e riconoscendo insieme la radice religiosa presente nelle nostre storie.

In questa epoca in cui il dilagare del male e dell'odio tra gli uomini viene dolorosamente reso manifesto da guerre senza fine, la testimonianza di tale radice e della primazia di Dio è ancora più necessaria.

Le nostre religioni ci ricordano che, per fermare l'odio e i conflitti, l'arma migliore è la misericordia di Dio. Lasciamoci contagiare dal Suo perdono, per diventare noi tutti fratelli universali, come ha chiesto ai cristiani Papa Francesco nella sua lettera enciclica "Fratelli tutti" , scritta ormai cinque anni fa ma ancora molto attuale.

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