"Il Made in Italy parte dall'arte di fare bene le cose delle famiglie italiane"
La sindaca di Cassina de' Pecchi e la presidente del Consiglio comunale sono intervenute in un importante convegno al Pirellone
Una delegazione dell'Amministrazione di Cassina de' Pecchi in versione "lectio magistralis" al Pirellone di Milano. Lunedì 7 ottobre 2024 la sindaca Elisa Balconi e la presidente del Consiglio comunale Alice Arienti sono intervenute tra i relatori di un prestigioso convegno patrocinato da Regione Lombardia.
Un ponte per il made in Italy
Il tema era "Lombardia-Usa – Un ponte per il Made in Italy nel mondo", iniziativa promossa dal capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Christian Garavaglia.
Ai lavori sono intervenuti, oltre allo stesso Garavaglia e alle due cassinesi: l’eurodeputato Ecr-FdI Mario Mantovani, il presidente della Fondazione e-novation Massimo Lucidi, il presidente di Italian Excellence Delegation Armando Lanza, Amy Riolo Culinary Ambassador author TV host, il presidente di Italy Discovery & Countryside Roberto Perticone, il presidente Club degli Amici del Made in Italy Flavio Mazzolatti, il presidente Hera Foundation Usa Giovanni Sabetti e il rettore del liceo paritario Labor prima sessione del Liceo del Made in Italy di Milano e provincia Angelo Agresta.
Il valore del "fatto in casa"
Balconi ha declinato il significato del Made in Italy come un richiamo atavico alle tradizioni di famiglia, insito nella natura italiana:
Non è difficile elogiare un concetto che ci appartiene come l’aria che respiriamo: essere italiani è per noi il primo sentimento che sgorga spontaneo nei nostri cuori. Noi siamo il Made in Italy, noi (tutti noi) siamo stati fatti, concepiti e cresciuti in Italia, il Made in Italy è l’emblema delle nostre vite perché esso stesso rappresenta la nostra vita.
Quale valore abbia avuto il Made in Italy nel corso degli ultimi anni è facilmente intuibile anche dall’interesse che questo concetto (che è più di un concetto, un modo di essere) ha vieppiù rivestito in ambito mediatico, commerciale, culturale.
Categorie che ci riportano alla nostra primigenie, alla nostra infanzia: da poco abbiamo festeggiato la festa dei nonni, quegli stessi nonni che ci hanno insegnato come il “fatto in casa” sia meglio di qualsiasi altro prodotto, di qualsiasi altra opzione.
Se si parla di cucina, quanto buoni sono i piatti preparati da noi stessi o dai nostri famigliari? Se si parla di abbigliamento, quanto amore c’era nelle sciarpe fatte a uncinetto o nei maglioni di lana sferruzzati da mamme e nonne?
E quanto ingegno negli attrezzi, quanta arte tramandata per secoli nella manualità dei nostri nonni operai, maniscalchi, artigiani e via dicendo.
"Capacità, bravura e inclinazione"
Arriva lì partendo da molto più lontano il Made in Italy che ci piace, arriva a noi passando attraverso le esperienze e quelli che oggi chiamerebbero “skill” ma che a noi piace definire capacità, bravura, inclinazione.
Il Made in Italy che vogliamo tutelare e che dobbiamo difendere è il nostro genio, il lavoro, la passione. E’ la macchina di Leonardo, è la pennellata luminosa di Caravaggio, è la grafica visionaria di Munari certo, ma è anche l’azienda nata in officina nel Dopoguerra e diventata grande con tanti sforzi, è il mercato conquistato a suon di sacrifici e duro lavoro, è lo schizzo del sarto che diventa abito, è il marchio che non deve essere contraffatto.
Cucina, moda, turismo, manifattura: sono questi i quattro pilastri da difendere, i punti cardine su cui ruota la porta girevole del nostro futuro.