Il "lungo silenzio" sulle foibe e l'esodo dall'Istria e dalla Dalmazia: la celebrazione a Segrate
Accanto al sindaco Paolo Micheli c'era la figlia di Pietro Tarticchio, giornalista, scrittore e testimone di quella pagina buia della storia italiana
Un silenzio durato 57 anni, un oblio che "ci ha umiliati e fatto sentire esuli in patria", e il riconoscimento di una tragedia con la quale l’Italia non ha ancora del tutto fatto i conti, e il ventennale dall’istituzione del Giorno del Ricordo, dedicato alle vittime dell’esodo istriano dalmata, e della tragedia delle foibe, impegna anche Segrate in una cerimonia che, seppur sotto una pioggia battente, ha voluto ricordare quella che resta una pagina drammatica della nostra storia.
La cerimonia per il Giorno del Ricordo
A promuovere la cerimonia l'Amministrazione comunale, con una delegazione guidata dal sindaco Paolo Micheli in fascia tricolore. Presenti, tra gli altri, anche gli Alpini, la Protezione Civile e la Polizia Locale con il gonfalone del Municipio.
Il messaggio di Pietro Tarticchio, testimone dell'esodo
Nei giardini di via Grandi, dove è stato posizionato il cippo dedicato alle vittime delle foibe e agli esuli, Barbara, la figlia di Pietro Tarticchio, giornalista, scrittore e testimone, ha letto un messaggio del padre con il quale ha ricordato il lungo, doloroso percorso seguito ai trattati di Parigi, nel 1947, con la cessione di Istria e Dalmazia all’ex Jugoslavia, una storia dolorosa che "solo noi abbiamo il diritto, se mai sarà possibile, di dimenticare ma che l’Italia ha il dovere di conoscere andando oltre le ideologie e nella sua verità".