Il Comune che ti chiude il negozio se non paghi le tasse locali
Pugno duro dell'Amministrazione di Cologno Monzese. E ci sono esercenti che sono corsi a versare gli arretrati per non essere costretti ad abbassare la saracinesca
Utente avvisato, mezzo salvato. Certo è che se nemmeno questo serve, ecco allora che si passa alle vie di fatto. Drastiche, verrebbe da dire, visto che si parla di abbassare forzatamente le saracinesche fino a quando non ci si mette in regola.
La lotta all'evasione del Comune di Cologno Monzese
La lotta all’evasione fiscale non si fa a parole, ma con i fatti. E l’Amministrazione comunale di Cologno Monzese lo sa e si comporta di conseguenza.
Due esercizi pubblici si sono visti sospendere l’attività di vendita a causa dei debiti accumulati nei confronti di Villa Casati sul fronte dei tributi locali. Il tutto con altrettante ordinanze emesse nelle scorse settimane dal Servizio Suap e Commercio del Municipio.
Le due attività a cui sono state notificate le ordinanze
Si tratta di un fruttivendolo di San Maurizio al Lambro e di un bar-panetteria del centro. Il primo ha omesso di versare la Tari (la tassa sui rifiuti) dal 2019 al 2021, accumulando un conto complessivo pari a 11.215 euro, comprensivo di sanzioni e interessi. Meno grave, almeno per quanto riguarda l’importo, la situazione dell’altro esercizio, che deve al Comune 2.169 euro riferiti anche in questo caso alla Tari, ma per il periodo compreso tra il 2018 e il 2021.
Esercente avvisato, mezzo salvato
I titolari delle società hanno avuto, nei mesi scorsi, tutto il tempo per farsi avanti e regolarizzare la propria posizione. Tra la primavera e l’estate, infatti, Villa Casati aveva comunicato agli interessati l’avvio dei procedimenti, in base al Regolamento disciplinante le misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali.
Agli utenti che si trovano in posizione di irregolarità tributaria nei confronti dell’ente, quest’ultimo non è tenuto a rilasciare licenze, autorizzazioni, concessioni o eventuali rinnovi. Se, invece, in seguito ad accertamenti da parte degli uffici, l’irregolarità interessa attività già in essere, l’Amministrazione notifica la comunicazione di avvio del procedimento per la sospensione anche delle Scia, le Segnalazioni certificate di inizio attività, assegnando il termine di trenta giorni per effettuare la regolarizzazione.
Decorso questo termine a vuoto, l’iter comporta la sospensione dell’attività per 90 giorni e (a seguire, superato anche questo step, nel caso in cui il contribuente si mostri ancora sordo) la revoca definitiva delle autorizzazioni, con la dichiarazione di inefficacia della Scia.
La situazione di un bar e di un fruttivendolo
Il fruttivendolo e il bar sono entrati in un limbo temporaneo: non hanno prodotto osservazioni o memorie difensive. Nei loro confronti è scattata, quindi, la serrata per tre mesi a partire dalla notifica del provvedimento e fino alla regolarizzazione dei pagamenti. A eseguire i controlli sarà il Comando della Polizia Locale. Se la posizione contributiva non dovesse essere ancora regolarizzata, ecco che scatterebbe l’inibizione a tutti gli effetti dell’esercizio dell’attività.
Un commerciante è corso in Municipio per pagare
"Ho saputo che il titolare del bar-panetteria ha provveduto a saldare immediatamente all’Ufficio tributi, non appena gli è stata notificata l’ordinanza - ha evidenziato l’assessore al Commercio Andrea Arosio - Quindi i giorni effettivi di chiusura sono stati pari a zero".
Diversa, invece, la situazione per quanto riguarda il fruttivendolo, che non sarebbe in condizioni di rientrare nell’immediato.
"La questione dell'evasione va affrontata con decisione"
"Ci sono diversi step, in occasione dei quali i contribuenti hanno la possibilità di saldare - ha proseguito Arosio - Certo è che la questione dell’evasione fiscale va affrontata con decisione. In estate c’erano altre attività nei confronti delle quali stavano per scattare le ordinanze, ma il pagamento del dovuto ha scongiurato che si arrivasse a tanto".
Insomma, è la prova che il sistema funziona.
"Dispiace poi procedere alle sospensioni, ma prima ci sono diversi passaggi e numerosi solleciti, finalizzati proprio a scongiurare l’arrivo delle ordinanze", ha concluso l’assessore.