Hanno attraversato a nuoto le Bocche di Bonifacio: sfida vinta per Alessandro, Elisa e Alberto
I tre nuotatori hanno sfidato il Maestrale e le correnti dello stretto, completando in 4 ore i 14 chilometri di mare che dividono Francia e Italia
Dopo lo Stretto di Messina e la traversata del Bosforo, in Turchia, hanno deciso di alzare l’asticella e di sfidare sé stessi e il mare misurandosi con un prova fisicamente e psicologicamente estrema: attraversare le Bocche di Bonifacio, nuotando le 7,5 miglia marine (circa 14 chilometri) che separano la Francia dall’Italia, la Corsica dalla Sardegna. Nonostante il Maestrale, che ha sferzato le isole per diversi giorni e il mare mosso, ce l’hanno fatta.
La sfida di Alessandro, Elisa e Alberto
Stanchezza e gioia si sono fusi negli sguardi e nelle parole di Alessandro Rinaldi, 44enne titolare dell’omonima agenzia immobiliare in via Villa a Melzo, dell’inzaghese Elisa Mancini, 31 anni igienista dentale, e di Alberto Scotti, impiegato 40enne residente a Brignano Gera d’Adda. Venerdì 5 luglio 2024 hanno completato una sfida che hanno preparato per un anno intero, allenandosi costantemente in piscina e in acque libere per farsi trovare pronti a una traversata tutt’altro che facile. Per le forti correnti, gli scogli affioranti e per la distanza che per molti è proibitiva
Dalla Corsica alla Sardegna a nuoto
Sono partiti da Punta Sperone, in Corsica, per approdare alla spiaggia Rena Bianca, a Olbia. Ad accompagnarli solo una barca d’appoggio con un medico a bordo, vista la difficoltà e i rischi della traversata. Difficoltà che fanno sì che siano davvero in poche a tentare di sfidare le Bocche di Bonifacio.
Fino all’ultimo sono rimasti con il dubbio se calarsi in acqua o meno visto le avverse condizioni meteo e solo venerdì Giove Pluvio ha arriso agli sfidanti facendo cessare il forte vento che gonfiava le onde.
Il mare era ancora mosso, ma il Maestrale era cessato, quindi siamo partiti .E’ stato emozionante passare dall’acqua azzurra delle coste della Corsica al blu profondo. E ogni bracciata vedevamo la linea di terra della Sardegna che si avvicinava e il fondale cominciava a intravedersi: questo ci dava energia per continuare a spingere con le bracciate
hanno raccontato.