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Ha curato per 29 anni i bambini di Melzo: la pediatra va in pensione

Sono stati molti i piccoli che ha curato e ai quali si è affezionata. Ha anche potuto osservare come sono cambiate nel tempo società e sanità

Ha curato per 29 anni i bambini di Melzo: la pediatra va in pensione
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Ha curato due generazioni di piccoli di Melzo e si è fatta in quattro per tranquillizzare anche i loro genitori: non solo una pediatra, ma anche una guida per la comunità.

Ha curato generazioni di piccoli melzesi: la pediatra va in pensione

Nel suo ambulatorio di via Mazzini a Melzo, giovedì, tra le ultime visite, la pediatra di base Francesca Braggion ha dovuto fare spazio a un po’ di tristezza, ma anche a tanta gratitudine, abbracci e sorrisi di quei bambini che sono stati suoi pazienti, a genitori e nonni che hanno voluto dirle un ultimo grazie per averli aiutati in momenti di difficoltà.

In città ci ha passato quasi tutta la sua carriera e anche qualche anno in più: 29 anni e mezzo, intensi e bellissimi, che non potrà dimenticare.

"Volevo fare questo lavoro sin da bambina"

Da bambina volevo fare la dottoressa, per questo ho inseguito il mio sogno.  Sono originaria di Padova e mi sono iscritta dopo le scuole dell’obbligo alla facoltà nella mia città: un percorso semplice di cinque anni di università e specializzazione. I primi otto anni di professione li ho svolti in ospedale, poi la vita mi ha portata a Melzo. Abito a Pioltello con mio marito e la mia famiglia, che negli anni si è allargata con l’arrivo dei figli. Ho deciso di fare la pediatra anche per quello. Ho avuto per un paio d’anni lo studio in via Puccini, ma alla fine mi sono trasferita in via Mazzini e lì sono rimasta: 29 anni e mezzo in una bella cittadina, una bella realtà, con una comunità coesa. Mi sono sempre trovata bene, senza difficoltà con colleghi e pazienti, che mi hanno permesso di collezionare tanti bei ricordi.

ha spiegato Francesca, 67 anni.

Sono stati molti i bambini che ha curato e ai quali si è affezionata. Ha anche potuto osservare come è cambiata la società e l’impatto che la tecnologia ha avuto sia sulle famiglie che sui piccolissimi.

Un'analisi della società

Dal 1994 ad oggi tante cose sono cambiate, tanti pazienti nuovi, ma anche a livello culturale il tessuto sociale è diverso.  Adesso sono tantissime le famiglie che hanno un solo figlio, rare quelle numerose. Ho notato che i bambini sono troppo al centro dell’attenzione dei “grandi”, che fanno ruotare la propria vita attorno a quella del piccolo, e che spesso vengono “adultizzati”: parlano come loro, possono sentire tutte le loro conversazioni e sembra che sappiano tutto sin da subito. La tecnologia ha anche fatto passi da gigante, ora è indispensabile nella nostra vita quotidiana. Ai genitori di oggi raccomando di fare attenzione a non saltare le tappe fondamentali della crescita e dell’infanzia. L’educazione di un bambino è un compito a lungo termine che costa fatica, una cosa che oggi sembra essere scontata perché viviamo nel mondo del tutto e subito, dei problemi che devono essere risolti immediatamente. Spesso si vive di “contentini” per rendere felici i propri piccoli, ma non paga mai. Ho notato che si dicono anche spesso troppi “si”, ma sono dell’opinione che i “no” aiutino a crescere.

La dottoressa Braggion poteva andare in pensione nel 2018, ma ha preferito aspettare.

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