Grazie al dottor Ragucci Bellinzago ha un medico di famiglia
Ha accettato l’incarico nonostante abbia già numerosi pazienti a Melzo, dove da tempo ha aperto lo studio

Finalmente Bellinzago ha un medico di base, i cittadini possono tirare un sospiro di sollievo. La situazione era diventata insostenibile dopo che la dottoressa Stefania Celeste aveva lasciato vacante il suo posto a luglio e Bellinzago si era ritrovato senza medici di base.
Grazie al dottor Ragucci Bellinzago ha un medico di famiglia
Ad entrare in scena è stato il dottor Fiorenzo Ragucci, giovane medico di Medicina generale e già attivo nel territorio. Si è subito dimostrato disponibile a ricoprire il ruolo scoperto. E da questo lunedì era già in servizio presso l’Ambulatorio medico temporaneo, nella sede del Comune. Originario di Napoli, si è trasferito da qualche anno a Melzo dove risiede e lavora come titolare di un primo studio medico. Cercando di incastrare i vari pazienti, si ritrova con 2.000 persone a Melzo e 1.300 nella sede di Bellinzago. In quest’ultima, come ha stabilito l’Asst, riceve tre giorni a settimana: lunedì dalle 15 alle 19.30, mercoledì dalle 8.30 alle 12.30 e venerdì dalle 15 alle 19.30.
Aspettando un “titolare”
“L’ambulatorio non mi è nuovo – ha raccontato il dottor Ragucci – Lo avevo già ripristinato io uno o due anni fa. Poi era arrivata la collega, la dottoressa Celeste, come titolare e ora sono tornato io più che volentieri. C’è un ottimo rapporto con il sindaco e con gli abitanti di Bellinzago, molti li conosco già. Per questo, nonostante il lavoro extra, ho deciso di accettare e continuare. E mi sono reso disponibile per proseguire, finché non verrà trovato un nuovo medico titolare”.
Un battesimo di fuoco
Questa settimana per il dottore è stato un battesimo di fuoco. Aperto da pochi giorni, la sala d’attesa era già stipata di pazienti e lui si è fatto pure un selfie con loro (nella foto in alto). “I miei assistiti li conosco già e ormai ci siamo affezionati – ha proseguito il medico – Anche se spesso mi ritrovo con più pazienti (e lavoro) del previsto. Anche perché la maggior parte sono anziani che non hanno aiuti a casa e se stanno male o hanno bisogno si presentano direttamente in sala d’attesa”.