Grandinata del luglio 2023: da Regione Lombardia rimborsi solo per 200 persone
Risarcimenti per 915mila euro a fronte di richieste danni milionarie. A Melzo furono quasi 3mila le domande presentate: "Si tratta di una prima fase di ristori"

Le richieste di risarcimento che erano state inserite nel sistema regionale erano state quasi tremila, per un ammontare complessivo di 3 milioni di euro. A distanza di quasi due anni dalla bufera che devastò la città sono arrivati i primi rimborsi da parte di Regione Lombardia: 915mila euro per 200 residenti di Melzo, il Comune della Martesana maggiormente colpito dal cataclisma e che ha ottenuto il rimborso più sostanzioso.
I rimborsi di Regione per i danni "immediati"
Il Comune ha dato comunicazione dell’avvio dei controlli a carico dei cittadini che hanno ricevuto via Pec la comunicazione di essere destinatari del "rimborso immediato sostegno", ossia un contributo fino a un massimo di 5mila euro per far fronte alle prime spese che erano state sostenute in contesto di emergenza. Peccato che i ristori (parziali) siano arrivati con due anni di ritardo.
Controlli sui lavori effettuati in carico al Comune
Ma non è tutto. Perché il personale del Municipio ha ricevuto l’onere da parte di Regione Lombardia di effettuare gli opportuni controlli sulla rendicontazione delle spese sostenute dai beneficiari del contributo. Come si legge sul sito dell’ente, i melzesi selezionati hanno tempo sino alle 16 del 15 maggio per caricare sull’apposito portale di Regione tutta la documentazione richiesta, quindi seguiranno le verifiche.
Il Comune, in qualità di ente attuatore, dovrà procedere al controllo a campione nella misura non inferiore al 20% delle domande ammissibili a contributo, per verificare la veridicità di quanto contenuto in esse, delle dichiarazioni sostitutive di atto notorio rese dagli interessati, nonché della documentazione allegata alla domanda
hanno fatto sapere da Palazzo. Ciò significa che il personale effettuerà le verifiche sui danni effettivamente subiti e sulla congruenza e aderenza dei lavori svolti per cui era stato richiesto il contributo.
Occhio a eventuali abusi
Ma non solo, "il Comune procederà ad accertare la conformità urbanistica ed edilizia dell’edificio prima dell’intervento e dopo", con il rischio di incorrere in sanzioni (o peggio) per chi scoprisse di non avere la casa totalmente a norma. Un altro prerequisito fondamentale per ricevere il contributo è "l’effettiva inagibilità dell’abitazione principale a causa dell’evento e l’avvenuto recupero della sua integrità funzionale a seguito dell’intervento realizzato". Insomma, un percorso a ostacoli che rischia di rivelarsi più che un sostegno, un boomerang.
Da piazza Vittorio Emanuele II, però, dopo essersi confrontati con i tecnici lombardi hanno aggiunto una nota di chiarimento:
Tutti quelli che non hanno ricevuto l’informativa da parte di Regione dovranno attendere l’apertura di una seconda fase cui potranno essere ammessi tutti, anche i primi 200 cui era stata accordata anche la possibilità del rimborso di immediato sostegno.