Testimonianza

Gorgonzola, gli alunni dell'Imi incontrano il maresciallo degli Alpini Luca Barisonzi

Il racconto di un soldato che, coinvolto in un attentato in Afghanistan, ha visto morire un amico ed è rimasto in sedia a rotelle, ma non si è arreso

Gorgonzola, gli alunni dell'Imi incontrano il maresciallo degli Alpini Luca Barisonzi
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Luca Barisonzi aveva poco più di vent'anni quando, nel 2011, da maresciallo degli Alpini, la sua vita è cambiata per sempre nel corso di una missione in Afghanistan dove, in seguito a un attentato del 18 gennaio, è stato colpito alla colonna vertebrale e ha visto morire un compagno e amico, Luca Sanna. Una volta a casa si è rialzato, e adesso porta la sua testimonianza anche nelle scuole, come questa mattina, quando ha incontrato gli studenti dell'Imi di Gorgonzola.

L'Istituto Maria Immacolata ha invitato il maresciallo degli Alpini Luca Barisonzi a parlare coi ragazzi

Per gli studenti delle terze A, B e C dell'Imi di Gorgonzola la mattina di oggi, 4 aprile 2023, è stata diversa da tutte le altre. Hanno potuto conoscere un eroe sopravvissuto alla guerra in Afghanistan, il maresciallo degli Alpini Luca Barisonzi.

Il professore Andrea Galimberti ha tenuto a dar spazio al soldato che ha condiviso la propria esperienza, presentando il libro appena edito in cui racconta la propria vita, "La patria chiamò".

Oltre agli alunni, ai professori e alle suore in sala c'erano anche il gruppo degli Alpini di Gorgonzola per intero (guidato dal presidente Adriano Lacchin), e il capitano della Guardia di Finanza di Gorgonzola, Fabio Gorgoglione.

Una storia di perseveranza

Barisonzi ha scelto di servire la patria da giovanissimo. Non subito, però, è riuscito nell'impresa.

All'inizio non avevo mansioni che mi gratificassero particolarmente, però c'era un momento che mi spingeva a tenere duro: ogni mattina in occasione dell'alzabandiera ero io a leggere i nomi di quelli che per un motivo o per un altro avevano meritato una medaglia al valore. Alla fine sono riuscito dopo aver vinto il concorso apposito a scegliere il reparto degli Alpini, quello a cui ambivo da sempre per la mia passione per la montagna e per l'idea di famiglia che era in grado di trasmettermi.

Poco tempo dopo essere entrato nell'Ottavo reggimento al maresciallo è stata affidata una missione pericolosa in Afghanistan. Quei mesi tra il 2010 e il 2011 hanno insegnato al soldato più di quanto non avesse appreso nell'addestramento ricevuto fino ad allora.

Il ricordo più bello che conservo è il sorriso di un bambino afghano a cui ho regalato una bottiglietta d'acqua, non cancellerò mai dalla mente quell'immagine. Porto con me anche l'orgoglio di aver assistito alla nascita di una scuola e aver avuto il privilegio di vedere delle donne frequentarla. I talebani non permettono loro di accedere all'istruzione. Però abbiamo visto anche atrocità, come il tragico destino del bimbo che ci consegnava il pane nel suo zainetto. Una mattina lo vedevamo titubare, si avvicinava, poi tornava indietro, come se non volesse raggiungerci. Alla fine, il piccolo è saltato in aria, perché avevano caricato il suo zainetto di esplosivo, lui aveva scelto di sacrificarsi.

E un racconto di coraggio

Una giornata indelebile nella vita di Luca rimarrà il maledetto 18 gennaio del 2011. Aveva appena più di vent'anni.

Ho visto un uomo dell'esercito afghano si comportava in maniera strana, non rispondeva alle mie domande. A un certo punto mi sono reso conto che nonostante fosse in  mezzo a noi alleati impugnava il fucile e non aveva la sicura. Non capivo la ragione, così a un certo punto di riflesso gli ho chiesto se avesse intenzione di sparare.

E' stata questione di un attimo, e l'infiltrato aveva già aperto il fuoco, centrando con due colpi il maresciallo, colpito alla colonna vertebrale. Un altro proiettile ha assassinato il suo compagno Luca Sanna.

Il ritorno a casa è stato un'altra lotta, ma Barisonzi è riuscito a sconfiggere con un lungo percorso di fisioterapia e psicologico quello che sembrava l'inevitabile destino di rimanere bloccato a letto e anche il demone del senso di colpa.

Grazie al supporto che ho ricevuto ho compreso che tutti noi in quella missione abbiamo dato il massimo di ciò che ci era possibile, più di quello non era fattibile e oggi riesco a pensare di essere la versione migliore di me stesso.

E poi un finale di riscatto

Alla platea di alunni curiosi dell'Imi, che gli hanno posto tante domande alla fine della testimonianza, il maresciallo ha raccontato di aver avuto una figlia, Bianca, ragione di vita per lui, e di aver trovato un modo alternativo per rappresentare il proprio paese: adesso, infatti, sogna di concorrere per l'Italia alle nazionali di tiro a segno, in cui si esercita grazie al Gruppo sportivo paralimpico della Difesa.

Col sostegno dell'associazione nazionale degli Alpini Barisonzi ha ottenuto una casa, donatagli con una raccolta fondi apposita per ovviare al problema delle barriere architettoniche di quella in cui viveva con la madre in precedenza, e porta la sua testimonianza a chi voglia ascoltarlo, insegnando l'arte del non arrendersi.

Un bello stimolo per i ragazzi di terza che, come hanno ricordato i docenti, l'anno prossimo si troveranno a iniziare un percorso difficile, pregno delle sfide tipiche degli adolescenti nella società odierna.

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