Gioco d'azzardo a Melzo si spende 1.200 euro a persona
I giovani di Spazio Mem hanno dato il via a una raccolta firme per portare il problema all'attenzione del Consiglio comunale.
A Melzo il fenomeno vale circa 24 milioni di euro. Che tradotto in cifre più piccole, significa che ogni melzese, neonati compresi, spende circa 1.200 euro all’anno per il gioco d’azzardo.
Gioco d'azzardo una piaga sociale
Ovviamente si tratta di un calcolo medio, ma ben evidenzia la portata di una realtà che ormai rischia di trasformarsi in una piaga sociale. Perché conseguenzialmente al crescere dei giocatori, aumenta anche il numero di persone che si rivolgono a centri specializzati per combattere quella che, da un semplice passatempo, si è trasformata in dipendenza.
Di ludopatia ne parlano i giovani di Conversas
Ludopatia, un termine che trae in inganno, come sottolineato ieri sera da Simone Feder, psicologo presso la Casa del giovane di Pavia ed esperto nel campo delle dipendenze, invitato in biblioteca dai ragazzi di Conversas Martesana in collaborazione con i giovani di Spazio Mem. «Perché di gioco, l’azzardo, ha ben poco», ha spiegato l’uomo che, per descrivere il suo percorso di avvicinamento e di conoscenza di questo fenomeno, è partito dai primi casi che lo hanno coinvolto direttamente.
Il figlio che si prende cura del padre
«Era il 2004 quando mi si presenta alla porta della Casa del giovane un ragazzo di 15 anni accompagnato da un uomo - ha raccontato - Pensavo si trattasse del “solito” caso di adolescente vittima di droghe, invece era il figlio che accompagnava in comunità il padre schiavo del gioco d’azzardo». Scommesse, poker online, slot machine, tanti i «nemici» che Feder combatte da oltre un decennio, scontrandosi con gli interessi delle holding che gestiscono un giro d’affari da 95 miliardi di euro all’anno. 10 di questi, però, entrano direttamente nelle casse dello stato attraverso le tasse.
La questione sui tavoli della politica
«L’azzardo produce degrado, è una morfina sociale e l’unico modo per combatterlo è creare luoghi aggregativi sgombri da questi apparecchi», ha concluso Feder, invitando la cinquantina di persone presenti a farsi promotori di una nuova cultura libera da questo (non)gioco. Un invito che è stato recepito dai giovani di Spazio Mem che hanno lanciato una raccolta firme per portare la discussione sui tavoli della politica cittadina attraverso lo strumento del Consiglio comunale.