Fuga dalla prigione di Alcatraz a nuoto: l'incredibile esperienza di due melzesi
Alessandro Rinaldi e Renata Iole Cruini hanno affrontato la leggendaria traversata nella baia di San Francisco, negli Usa

Era il 12 giugno 1962 quando i fratelli Anglin e Frank Lee Morris tentarono la fuga dal carcere di massima sicurezza di Alcatraz a nuoto. Sfidarono le correnti e le temperature proibitive dell’acqua, ma riuscirono nell’impresa guadagnandosi la loro libertà. A distanza di 63 anni hanno ripercorso i loro passi, anzi bracciate, anche due melzesi che la scorsa domenica hanno preso parte alla leggendaria Alcatraz Sharkfest Swim.
Due melzesi in fuga da Alcatraz
Alessandro Rinaldi, 45enne titolare dell’omonima agenzia immobiliare in via Ambrogio Villa, e Renata Iole Cruini, 37 anni insegnante a Pieve Emanuele, sono volati negli Stati Uniti per tuffarsi nella leggenda e prendere parte a una delle manifestazioni internazionali di nuoto più affascinanti e ricche di significato. Si tratta di una traversata di circa 2,5 chilometri, dalla sponda della prigione sino alla baia di San Francisco, nelle fredde acque dell’Oceano Pacifico (tra i 12 e i 16 gradi), spinti dalla corrente e sotto lo "sguardo" imponente del Golden Gate Bridge, uno dei luoghi più iconici al mondo.
Da un paio di anni avevo intenzione di nuotare nell’oceano e, in attesa della traversata dello Stretto di Gibilterra in cui siamo ancora in lista per la partecipazione, ho scelto di provare questa esperienza - ha raccontato Rinaldi - La distanza non era proibitiva, anche perché quest’anno a luglio avevo affrontato i 12 chilometri della circumnavigazione dell’isola di Levanzo, in Sicilia. Non ho dovuto fare una preparazione particolare, mi sono bastati gli allenamenti classici.
Parere condiviso anche dalla sua compagna, Renata, che si è misurata per la prima volta con il nuoto nelle acque dell’oceano.
La difficoltà maggiore è stata la corrente, che portava lontano rispetto alla traiettoria di arrivo - ha aggiunto - E poi il freddo, anche perché ho affrontato la traversata con una muta sbracciata. Prima di tuffarmi avevo paura di non riuscire a superare l’impatto con l’acqua gelata, mentre durante il nuoto temevo di perdere la strada visto che il percorso non era segnalato con le boe come invece avviene nelle gare italiane.
Entrambi i melzesi hanno portato a termine la prova con ottimi risultati (considerando che non si tratta di professionisti): Rinaldi si è classificato 50esimo su 250 partecipanti e terzo nella sua categoria d’età, concludendo la traversata in poco più di 39 minuti; per Cruini, invece, metà classifica generale, sesta di categoria e cronometro fermato a 47minuti.
La cosa più emozionante è stata sicuramente la location - ha continuato la 37enne - Nuotare ad Alcatraz, un luogo che ho visto in tantissimi film, e vedere a destra il Golden Gate è stato qualcosa di magico. E poi è stato bello condividere l’esperienza con tanti altri nuotatori provenienti da tutto il mondo.
Per Alessandro Rinaldi, invece, questo genere di imprese sta diventando quasi una consuetudine:
Naturalmente il mio sogno più grande sarebbe nuotare in ogni mare del mondo, provare a fare esperienze come queste in diversi luoghi della Terra - ha concluso - E poi la traversata di Gibilterra che resta il mio chiodo fisso: sono 15 chilometri a nuoto e ci vorrà una preparazione specifica per riuscire nell’impresa.
E smaltita l’adrenalina della "fuga da Alcatraz", i due melzesi sono tornati alla leggendaria prigione pochi giorni dopo, ma stavolta da turisti. "Visto che siamo volati fino a qui, ora ci godiamo un po’ di vacanza", hanno scherzato.



