E' entrato in servizio il primo hub vaccinale aziendale da mille dosi al giorno
A tagliare il nastro Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, e Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol Gruppo.
Avrà una capacità di mille dosi al giorno e insieme agli altri 20 hub nelle province lombarde porterà il potenziale delle vaccinazioni a circa 300mila dosi al giorno. E' il nuovo centro vaccinale aziendale inaugurato questa mattina a Milano da Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia, e Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol Gruppo.
"Oggi siamo partiti con UniSalute - ha detto Letizia Moratti - in settimana si aggiungeranno Pirelli, Mediaset, Amazon, 3M e Campari, ovvero le prime aziende ad aver aderito a questa campagna".
All'inaugurazione erano presenti anche Federico Guidoni, ceo Korian Italia, e Giovanna Gigliotti, ad UniSalute.
Lombardia prima regione a firmare il protocollo
"Si tratta di un momento importante - ha aggiunto la vicepresidente - la Lombardia è stata la prima Regione, grazie al lavoro di squadra con l'assessore Guido Guidesi, a firmare un accordo con 24 associazioni di categoria per le vaccinazioni in azienda e, appena il generale Figliuolo ci ha dato il via libera, cioè a partire da 2 giugno, ci siamo attivati per dare seguito al Protocollo che hanno firmato chiedendo loro di predisporre un elenco aggiornato delle aziende interessate".
Entro fine luglio una dose per tutti i lombardi
"Centri massivi e hub aziendali. Teniamo aperte entrambe le possibilità - ha spiegato l'assessore al Welfare - perché è previsto un arrivo di vaccini sempre più importante. Per esempio anche sabato e domenica, nonostante il weekend, abbiamo superato le 100mila dosi al giorno (in tutto, in Lombardia sono stati somministrati 6,6 milioni di vaccini). Confermo quindi che possiamo arrivare a 144mila dosi nei nostri centri massivi, alle quali si aggiungono le disponibilità nelle farmacie e nelle aziende. Alle dosi attuali, ovvero mantenendo le 100mila somministrazioni al giorno, arriveremmo al 30 luglio a una dose per ogni cittadino lombardo. Con 120mila dosi al giorno, entro il 10 luglio, potremmo immunizzare tutti i lombardi con una prima dose".
Immunità di comunità per settembre
"Il generale Figiuolo - ha aggiunto Letizia Moratti - nell'audizione alla Camera si è dato l'obiettivo di raggiungere l'80% di prime dosi nel Paese entro settembre. La Lombardia già oggi è al 69% di prime dosi. Quindi siamo vicini a quella che può essere definita immunità di comunità. Dalle comunicazioni scientifiche che riceviamo si ritiene venga raggiunta col 70% di popolazione vaccinata. Sicuramente la Lombardia arriverà dunque prima di settembre a questa immunità. Poi è chiaro che bisognerà tenere conto delle eventuali varianti. Anche se il quadro epidemiologico adesso è estremamente positivo, ci auguriamo si mantenga tale o continui a migliorare. Però il concetto è che dobbiamo essere pronti a eventuali code di Covid o non farci trovare impreparati davanti a eventuali future pandemie".
Terzo richiamo: "Serve il confronto con il Governo"
"Per quanto riguarda il tema dell'eventuale richiamo con una terza dose in autunno - ha spiegato l'assessore al Welfare - dico che si tratta di un argomento da affrontare con il Governo. È mia intenzione portarlo nella prima Commissione salute della Conferenza Stato-Regioni e della quale sono vicepresidente. Perché non voglio che la Lombardia sia impreparata. Intendo proporre a tutti gli assessori regionali alla Salute che ne fanno parte un incontro al Governo affinché ci dia un piano che ci consenta di sapere se saranno necessari i richiami, a partire da quando e quanta copertura vaccinale verrà considerata sufficiente prima di dover ripetere un richiamo. Oltre a tutti gli altri aspetti che riguardano la logistica e la disponibilità di vaccini. Ma, ripeto, non dipende da noi, è un problema su cui dobbiamo avere chiarezza da Governo".
Vaccinazioni in azienda: un punto di forza
Tornando alle vaccinazioni in azienda Letizia Moratti ha aggiunto: "Ora stiamo dando indicazioni alle Ats affinché contattino le realtà sul territorio per contare su un numero di grandi aziende che funzionino da Hub, così da essere punti di riferimento per la vaccinazione di dipendenti e familiari, ma come pure di altre medie e piccole aziende".
"Per il momento - ha precisato l'assessore al Welfare - abbiamo chiesto la disponibilità a Confindustria Lombardia, che naturalmente estenderemo alle altre Associazioni di categoria con le quali abbiamo firmato l'accordo, per garantire gli eventuali richiami necessari. È un piano al quale stiamo già lavorando come dicevo per essere preparati. Ci auguriamo ovviamente che non serva ma se dovesse rendersi necessario, avere la disponibilità di aziende e di medici aziendali, che ringraziamo per questo, sarà importante perché consentirà di avere meno pressione su medici e strutture ospedalieri".
Sinergia con Unipol
Unipol è la prima azienda italiana a implementare un piano vaccinale attivo su tutto il territorio, coinvolgendo una platea potenziale di oltre 800 mila persone, con circa 200 siti vaccinali, 4 Hub specializzati e una unità mobile. L'iniziativa, volta ad accelerare la campagna di vaccinazione anti Covid-19, è partita in Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Calabria, Sardegna, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Campania e Sicilia. A seguire nelle altre regioni.
Sono rivolte ai nostri dipendenti, ad agenti e a loro familiari - ha detto Cimbri - e a tutte le aziende che si appoggiano a UniSalute che è la società del Gruppo che si occupa di sanità. Si tratta per noi di un contributo che cerchiamo di dare all'enorme sforzo del servizio pubblico nazionale, commissariale e regionale. La Lombardia è all'avanguardia nella campagna vaccinale. I contagi diminuiscono e noi come azienda diamo dunque il nostro piccolo contributo a quello che fa il servizio pubblico per garantire il ritorno alla normalità".
Adesione al 40% nei giovanissimi
L'assessore al Welfare ha spiegato di essere molto soddisfatta anche dalla campagna dei giovani 12/29 anni, perché la percentuale di adesione ad oggi è del 40%.
"Una percentuale alta - ha spiegato - che mostra quanto i giovani abbiano capito l'importanza del vaccinarsi per se stessi e per gli altri. Consente a loro infatti di muoversi più liberamente e anche nelle relazioni sociali. Per la collettività perché permetterà di riprendere in sicurezza la frequenza nelle scuole, quando si parlerà di ritorno, e le relazioni familiari. Penso in particolare a quelle con i nonni".
"Questo sarà importante - ha aggiunto Letizia Moratti - anche per i genitori. Perché quelli che lavorano potranno sapere che i loro figli vaccinati, che hanno tra i 12 e i 18 anni, sono a scuola in presenza e quindi non in Dad. Quindi anche per i genitori sarà più facile conciliare vita lavorativa e quella di famiglia".