L'impresa

Dottoressa di Carugate attraversa un altopiano del Pakistan per incontrare la ragazzina a cui salvò la vita

Annalisa Fioretti dieci anni fa organizzò una raccolta fondi per far operare Sakina, ora adolescente

Dottoressa di Carugate attraversa un altopiano del Pakistan per incontrare la ragazzina a cui salvò la vita
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Ha attraversato l’altopiano del Deosai, il secondo più elevato al mondo, passando attraverso temperature che di notte arrivavano a toccare anche i 30 gradi sotto zero e un "oceano" di neve che anche per lei, non certo nuova a esperienze del genere, è stata una novità assoluta.

La doppia impresa della dottoressa Annalisa Fioretti

La carugatese Annalisa Fioretti, 46 anni, non si è però imbarcata in un’avventura prettamente sportiva, tra l’altro portata pienamente a termine visto che è stata la prima donna a percorrere a piedi quella zona del Pakistan in periodo invernale, con altitudini che variano dai 4.100 e i 4.600 metri. La dottoressa-alpinista specializzata in Pneumologia ha infatti potuto riabbracciare Sakina, oggi adolescente, che dieci anni fa arrivò in Italia (e a Carugate) per essere operata e superare una grave cardiopatia, il tutto grazie a una gara di solidarietà e a una raccolta fondi che proprio Fioretti aveva lanciato. E tornare a incrociare quello sguardo di bambina che sta diventando donna è stata un’emozione impagabile.

Un viaggio in un "oceano" di neve

La 46enne (a capo della spedizione composta da altre cinque persone) è partita l’1 aprile 2023, per fare rientro il 17.

"I primi giorni li abbiamo vissuti senza neve, poi invece col proseguo del viaggio ne abbiamo incontrata tantissima, mai vista così tanta - ha ammesso - Tra incontri con gli orsi e i lupi, già il viaggio è stata un’avventura: cento chilometri completamente bianchi, senza tracce perché la via che abbiamo percorso non è battuta nemmeno dai pakistani durante l’inverno".

A indicare loro la strada solo il segnale Gps. Ogni giorno, attorno alle 15.30 e dopo sei ore e mezzo di cammino, gli alpinisti (armati di sci e slitte) si fermavano per allestire il campo. Prima c’era da pestare la neve per permettere la sistemazione delle tende, poi era la volta dell’accensione dei fornelletti per recuperare l’acqua sciogliendo la coltre gelata. Infine, alle 17.30, con il calare del sole, tutti dentro i sacchi a pelo e la canadese coperta di brina, per cercare di proteggersi il più possibile dalla colonnina del termometro in picchiata.

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L'abbraccio con Sakina

Sakina sapeva dell’arrivo di Fioretti. In questo decennio i contatti tra le due sono stati sporadici, con qualche messaggio su Facebook. Tuttavia la dottoressa non si è fermata all’intervento chirurgico del 2013: tramite una raccolta fondi, infatti, promossa dall’associazione Il Nodo infinito Onlus creata a seguito del devastante terremoto in Nepal del 2015, sono state raccolte le risorse per permettere alla ragazza di esaudire un suo desiderio: iscriversi a una scuola superiore e pernottare in un ostello che si trova a Skardu, perché altrimenti per lei sarebbe stato impossibile frequentare le lezioni facendo la spola dal suo villaggio a 4.800 metri di altitudine.

"Sta frequentando il secondo anno di sei complessivi, facendo delle ripetizioni pomeridiane che le consentano di recuperare il ritardo nell’apprendimento rispetto ai compagni di classe - ha proseguito la carugatese, che è mamma di due ragazzi di 14 e 15 anni ai quali ha trasmesso la passione per l’avventura e che sono state con lei in Nepal nel 2019 per seguire un altro progetto benefico della madre - Il papà di Sakina ha viaggiato per dieci ore in jeep per raggiungerci. La sera hanno organizzato una pizzata nell’ostello... Sì, è vero. Per scherzare ho detto che per noi italiani la pizza è una cosa seria. E devo dire che era anche buona".

Sta già pensando alla prossima sfida (solidale)

Ma prima era arrivato l’incontro con Sakina, una volta raggiunto Skardu. L’ha subito riconosciuta, con la ragazza ora 15enne che le corsa incontro abbracciandola. Fioretti sta già meditando la prossima sfida solidale.

"La sera della pizzata in ostello a un certo punto la luce è andata via - ha raccontato - Ci è stato detto che purtroppo è la normalità e che questo problema impedisce agli studenti di studiare e pregare. Tra l’altro il nostro viaggio ha coinciso col Ramadan. Mi hanno detto “potete fare qualcosa?” - ha proseguito - Con un amico stiamo cercando di capire se è fattibile installare un impianto con pannelli solari. Sappiamo che non sarà semplice, ma ci proveremo".

Come sostenere la Onlus fondata dal medico

Per accendere le loro notti è possibile sostenere la Onlus, con donazioni sul conto corrente intestato a Il Nodo Infinito della Unicredit di Milano: IBAN IT90Q0200805364000105210370.

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