Dopo tre settimane di Terapia intensiva scrive il suo grazie a medici e infermieri dell'ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio
Era in fin di vita per un'infezione polmonare: "Avete ridato la possibilità a un uomo come me di riabbracciare le persone che si amano"
Ha letteralmente visto la morte in faccia. A riportarlo ai suoi cari e a prendersi cura di loro ci hanno pensato i medici e gli infermieri della Terapia intensiva dell’ospedale Uboldo di Cernusco sul Naviglio. Così Claudio di Cologno Monzese, ha deciso di ringraziarli con una commovente lettera.
Una lettera commovente
"Quando ricevi la notizia che devi essere intubato, il mondo precipita in un istante, portando con sé le proprie certezze ed i propri equilibri, e spazzando via ogni sicurezza e tanti pezzi di speranza - ha scritto - Da quel momento e, per tutto il tempo in cui, nella totale incoscienza indotta farmacologicamente, e fino al momento del risveglio, ti ritrovi a fare i conti con apparecchiature e macchine di cui ignoravi l'esistenza, fra aghi, fili e strumenti di ogni genere fondamentali per sopravvivere.
Ma c'è molto di più. Ci sono le persone, volti di medici e infermieri, i cui nomi spesso mi sono sconosciuti che, oltre ad avermi quotidianamente sostenuto con grande professionalità e serietà, hanno costantemente informato i miei familiari in maniera chiara e schietta, usando sempre la dovuta attenzione e la necessaria cura nelle parole.
Molte volte tutto questo viene dato per scontato, perché si considera un loro dovere salvare vite umane, ma quando tutto questo ti tocca personalmente, ti rendi conto del valore immenso del loro lavoro: ridare la possibilità a un uomo come me, di poter riabbracciare le persone che si amano.
Il mio più sentito ringraziamento va a tutti i professionisti, medici, infermieri e chiunque altro del reparto di Rianimazione dell'Ospedale di Cernusco Sul Naviglio, che, ognuno con la sua competenza, con umanità fatta di gesti e di parole incoraggianti, mi hanno trasmesso l'energia positiva per superare questa esperienza difficile. Con stima e gratitudine ringrazio tutti per aver reso possibile il mio ritorno alla vita e ai miei affetti".
Il messaggio della moglie
Anche Margherita, la moglie, che nel reparto di Terapia intensiva ha trascorso lunghe e drammatiche ore accanto al marito, ha aggiunto il suo personale ringraziamento.
"Mio marito è riuscito a vincere questa dura battaglia e spero che questa testimonianza possa essere d'incoraggiamento per tutte le persone che si stanno trovando ad affrontarla e per i loro familiari.
L'esperienza, la capacità e la preparazione, che contraddistinguono il lavoro dei medici e di tutta l'equipe professionale di questo reparto, dove la sofferenza è palpabile, sono accompagnate da una distintiva componente umana e di profondo rispetto per il paziente.
Peculiarità necessarie e benefiche che contribuiscono oltre alla ripresa fisica dell'ammalato, anche a quella psicologica che può fare la differenza, quanto la stessa terapia.
Il mio, il nostro augurio, è che possiate continuare a svolgere sempre con costante vocazione il vostro lavoro e la vostra difficile missione di dare sostegno a chi vede la propria vita e la vita dei propri cari sfuggirgli di mano.
Grazie di cuore".
Il servizio completo nell'edizione della Gazzetta della Martesana in edicola e nell'edizione sfogliabile online per smartphone, tablet e Pc da sabato 29 ottobre 2022.