Sabato sera la comunità di Bellinzago Lombardo si è riunita per un momento intenso. Alle 20.30 è partita la processione con la statua della Madonna da via Bologna angolo via Visconti, per poi raggiungere la chiesa di San Michele Arcangelo. Qui il primo ingresso della Madonna è stato accolto con la benedizione, seguito dalla celebrazione della Santa Messa guidata da don Matteo Galli, prossimo ai saluti e al trasferimento ad Agrate Brianza.
Le parole di affetto e stima dei colleghi e dei sindaci
Il primo a intervenire è stato don Paolo Matteo Ettori, che ha espresso gratitudine per il rapporto instaurato con don Matteo Galli e per i suoi insegnamenti. Durante l’omelia, don Matteo ha ricordato come negli anni, a chi gli chiedeva quale fosse la Chiesa più bella della comunità pastorale di Bellinzago, Gessate e Cambiago, abbia sempre risposto che ognuna possiede caratteristiche uniche che la rendono speciale.
In questi giorni tra uno scatolone ancora da sistemare e l’altro – ha detto – ho avuto modo di prendere qualche caffè in sospeso con le persone, andare a casa loro e scambiare quattro chiacchiere, raccontare una barzelletta a chi passeggiava con il cane. Ed ecco la bellezza della Chiesa: negli sguardi di ognuno di voi. Nove anni sono volati, ho ascoltato i vostri momenti di gioia, sconforto e tristezza, è stata un’esperienza unica, è solo un arrivederci, sarò a pochi chilometri, “oltre il confine”, ma ci rivedremo sicuramente.
Alla cerimonia hanno preso parte in. prima fila anche i sindaci dei tre Comuni della comunità pastorale: Lucia Mantegazza (Gessate), Michele Avola (Bellinzago Lombardo) e Maria Grazia Mangiagalli (Cambiago). Tutti hanno espresso gratitudine a don Matteo per il servizio svolto, sottolineando la lungimiranza di alcune sue scelte pastorali, capaci di unire le comunità di Gessate, Bellinzago e Cambiago ancora prima che la politica compisse passi concreti in questa direzione.
Festa e saluto alla comunità
Al termine della celebrazione, la banda ha accompagnato l’uscita del sacerdote fino al salone dell’oratorio, dove la festa è proseguita in un clima di affetto e commozione. Lì, don Matteo ha ricevuto la seconda parte del suo regalo: una canzone intonata dai fedeli stessi, segno di un legame profondo che resterà vivo anche dopo la sua partenza.



















