Disabili costretti a pagare per poter parcheggiare: "Salvini intervenga e cambi la legge"
Palmiro Gattella, presidente dell'associazione di Vimodrone La Goccia, si rivolge al vicepremier e ministro
Ma si può essere costretti a pagare per certificare di essere ancora affetti da una disabilità che non può certo sparire con un colpo di spugna e che ti accompagna da quando sei nato o eri ancora un bambino? Le strade della burocrazia (italiana) sono infinite. Lo ha provato sulla propria pelle Palmiro Gattella, presidente dell’associazione di Vimodrone La Goccia, Onlus che lavora con i propri volontari accanto e con i ragazzi disabili per promuovere l’inclusione.
La testimonianza: quando essere disabili è anche un costo (amaro)
Il 77enne ha contratto la poliomielite quando aveva solo 11 mesi, malattia che lo ha segnato lasciando strascichi che compromettono la normale locomozione.
"Prima correvo come il vento, mi diceva mia mamma - ha detto - Che sia benedetto Albert Sabin, che inventò il vaccino e mise gratuitamente a disposizione la cura contro questa patologia che ha mietuto tantissime vittime anche in Italia".
Sabin cedette il brevetto senza chiedere alcunché in cambio.
Il caso del pass per poter posteggiare
Non avviene lo stesso, però, per poter ottenere il contrassegno per disabili da posizionare sui cruscotti per parcheggiare negli stalli dedicati. Dopo cinque anni scade. Per questo è necessario richiederne un altro nei Comandi della Polizia Locale. E qui sorge il problema.
"Per poterlo ottenere è necessario presentare obbligatoriamente il certificato del medico di base che attesta le immutate condizioni", ha spiegato Gattella.
E c'è chi deve pagare anche due volte...
È papà di un 35enne con la Sindrome di Down. E così ai 70 euro da versare al medico di Medicina generale per il proprio pass se ne sommano altrettanti per quello del figlio. Insomma, il rilascio del contrassegno da parte del Municipio è gratuito. La richiesta per averne un altro una volta che questo è scaduto, no. E stiamo parlando di un foglio in carta semplice, non certo di analisi accurate. Si deve pagare, come se lo richiedesse per potersi iscrivere in palestra per fare un po’ di tapis roulant.
L'appello al ministro Matteo Salvini: "Modifichi la legge vessatoria"
Gattella si è chiesto come sia possibile che sia ancora in vigore una norma del genere che, oltre a colpire dritta nel portafoglio i cittadini con handicap, li costringe a rimarcare una situazione con la quale convivono da sempre. Di certo c’è da contrastare il fenomeno dei "furbetti". Ma un conto è arginare il malcostume, un altro è complicare la vita di coloro che la legge dovrebbe aiutare e garantire il più possibile.
"È una regola vessatoria, che la Polizia Locale non può far altro che far rispettare, naturalmente - ha sottolineato - Serve una immediata riforma del Codice della strada, che non si limiti a mettere mano alla questione dei monopattini elettrici ora sulla bocca di tutti. Per questo voglio lanciare un messaggio e un appello al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini: se davvero, come continua a dire, ha a cuore le vite dei disabili, intervenga il prima possibile. È inconcepibile che una persona a cui hanno amputato una gamba, che fatica a camminare dalla nascita o che è Down debba certificare di esserlo ancora. Posso capire se la disabilità è provvisoria, ma se non è regredibile o peggio a rischio aggravamento?".