Contro la dittatura

Dall'Iran a Melzo, in apprensione per la famiglia nel mezzo delle proteste

Uno spaccato di vita vissuta che evidenza che il problema non è "solamente" il velo

Dall'Iran a Melzo, in apprensione per la famiglia nel mezzo delle proteste
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Dall'Iran a Melzo, e ora è in apprensione per la famiglia che nel suo paese Natale vive la protesta. Haleh Sadeghi, 40 anni, ha raccontato la sua storia e quella del regime dittatoriale sotto il quale ha convissuto per 26 anni prima di arrivare in città.

Dall'Iran a Melzo, in apprensione per la famiglia nel mezzo delle proteste

Uno dei primi ricordi che ha è quello di lei, a sei anni, che cercava di trattenere la sua borsetta di Snoopy dall’agente della Polizia iraniana che aveva appena fatto un falò in mezzo alla strada con la rivista di moda di sua madre. Ai tempi Haleh Sadeghi era solamente una bambina che viveva in una grande città nel deserto iraniano, e non aveva ancora capito cosa si poteva o cosa non si poteva fare vivendo sotto a un regime dittatoriale. E' dovuta venire a Melzo, 14 anni fa, per scoprirlo.  Il tema è più attuale che mai, le proteste contro il regime stanno andando avanti  e non accennano a fermarsi: il popolo represso vuole riprendersi la sua libertà, a costo della propria incolumità e della vita. Scendere in piazza, togliersi il velo se si è donne, e alzare la voce. Perché adesso basta.
E Haleh ha sentito che qualcosa che teneva nascosto dentro di lei doveva emergere, e ha voluto dire la sua, nonostante l’ombra di quella paura primitiva che le era stata inculcata quando era solamente una bambina le stringeva la gola. Racconti, ricordi ed episodi che non dimenticherà mai, raccontati la scorsa settimana in uno spazio dedicato al cinema Arcadia.

"Il problema non è il velo"

Per lei infatti, sui media sta passando un messaggio sbagliato: il problema non deve essere il velo.

"Non mi piace dire che sono scappata ma ho capito solo recentemente che ho dovuto farlo. Noi iraniani siamo stati costretti a essere profondi, a reprimerci, a nasconderci - ha detto Haleh - Ma adesso basta: è giunto il momento di far vedere a tutti che il problema non è solo il velo e che quello che sta succedendo è importante. Dobbiamo parlarne e sento il dovere di mettere in luce e far capire a tutti che l’Iran è stanco di essere represso, un argomento che mi sembra stia passando in secondo piano. Io sono fortunata a essere qui e a non rischiare la vita o le percosse, la mia famiglia invece è in pericolo e non sempre riesco a sentirla. Non posso essere tra la mia gente in piazza, ma sento il dovere di fare qualcosa, anche se potrebbe comportare dei rischi".

 

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