La storia

Famiglia costretta a dormire in macchina dopo lo sfratto

Da più di un mese una 43enne e i suoi genitori vivono in un'auto a Brugherio

Famiglia costretta a dormire in macchina dopo lo sfratto

Giorni e intere nottate in macchina, alle porte dell’inverno, senza una destinazione o un porto sicuro a cui fare riferimento. Un’Alfa 147 parcheggiata in via Foscolo, i sedili come letto e il bagagliaio che si fa armadio. Pamela, 43enne di Brugherio, e i suoi genitori stanno vivendo da settimane una situazione complicata, delicata, paradossale. Una vicenda che in poco tempo ha portato un’intera famiglia dalle comodità di un appartamento alla precarietà della strada, con un futuro ancora tutto da decifrare.

Lo sfratto e le prime difficili settimane

A riavvolgere il nastro è proprio Pamela.

“A giugno abbiamo ricevuto comunicazione di sfratto e da quel momento è iniziato il calvario – ha raccontato – Inizialmente abbiamo trovato alcune soluzioni con la formula dell’affitto breve, ma presto ci siamo dovuti arrendere alla realtà e abbiamo iniziato a pernottare in macchina. A metà agosto ci siamo rivolti agli assistenti sociali di Brugherio che ci hanno indirizzati all’Hotel Fantello di Monza, dove siamo stati ospitati per poco più di due settimane”.

Ed è stato in questa fase che le cose si sono complicate ulteriormente.

“Il 2 settembre la possibilità di alloggio è stata sospesa, ci è stato comunicato che l’allontanamento dall’hotel si era reso necessario in mancanza del reperimento di una destinazione definitiva dove poterci stabilizzare – ha continuato Pamela – Non c’erano alternative: senza la prospettiva di una casa era venuto meno anche il supporto dell’assistenza sociale. Sembra incredibile, ma è così. Ci siamo addirittura offerti di contribuire pagando una parte del pernottamento con la pensione di mio padre, ma non è servito. Eppure in struttura abbiamo conosciuto tante famiglie nella nostra condizione che hanno avuto supporto a tempo indeterminato dalle organizzazioni di altri Comuni”.

Dall’hotel alla vita in automobile

A quel punto gli scenari si sono decisamente ristretti.

“Fino a inizio ottobre, con tanti sacrifici e l’aiuto di un nostro amico, siamo riusciti a permanere in hotel, ma anche in questo caso, dopo settimane tese e complicate, abbiamo dovuto arrenderci: da quasi un mese la macchina è casa nostra, siamo posteggiati in via Foscolo”.

La protesta e l’appello

Pamela punta il dito contro le dinamiche assistenziali:

“È inaccettabile che un comune non riesca a far fronte a una situazione come questa. Ci hanno comunicato che ogni realtà comunale ha il suo regolamento e nel caso di Brugherio, per avere supporto continuativo, è necessario dimostrare di avere già una destinazione definitiva con tanto di contratto siglato. Viene da chiedersi che forma di assistenza possa mai essere questa”.

Un anziano malato e disabile al 100%

La situazione, ha raccontato, è ulteriormente aggravata dallo stato di salute del padre, 79 anni, disabile al 100% e in lista per una seconda operazione a causa di un tumore.

“Non mi arrendo e sto cercando un lavoro stabile, dopo tanti anni come collaboratrice domestica – ha concluso – È fondamentale non perdere la speranza, in questi momenti anche le piccole cose aiutano a guardare il mondo da una prospettiva diversa: per esempio è commovente il supporto che ci arriva dalla Croce Rossa, che periodicamente passa a trovarci e fornirci viveri e coperte”.

Oggi la famiglia è in lista per l’assegnazione di una casa popolare al termine dell’ennesimo bando a cui Pamela ha fatto domanda di partecipazione: una svolta che potrebbe chiudere un duro capitolo e aprire una finestra su un futuro più sereno.

I vestiti della famiglia ammucchiati in macchina