Biopiattaforma

Cologno Monzese mette in vendita le azioni di ZeroC: Gruppo Cap pronto a subentrare

Il Comune pronto a non essere più socio della società dell'ex inceneritore di Sesto San Giovanni in fase di riconversione

Cologno Monzese mette in vendita le azioni di ZeroC: Gruppo Cap pronto a subentrare

Il dado è definitivamente tratto. Il Municipio di Cologno Monzese ha infatti avviato l’iter per la cessione della propria partecipazione del 3,6% del capitale sociale di ZeroC, pari a 72mila azioni dal valore nominale di 1 euro, per un totale di 99.885,78 euro.

Il dado è tratto: Cologno vende le sue azioni di ZeroC

La decisione del passo indietro da parte dell’Amministrazione era stata ufficializzata dal Consiglio comunale a fine 2024, aprendo una crisi di maggioranza che si era concretizzata con il ritiro, da parte del sindaco Stefano Zanelli, delle deleghe agli assessori di Csd Loredana Verzino e Andrea Arosio. Il tutto per le posizioni contrarie, o comunque perplesse, della lista civica di centrosinistra. Salvo poi richiamarli in Giunta, con le stesse deleghe di prima, nell’arco di una manciata di settimane, a seguito di un chiarimento di coalizione. Il centrodestra aveva chiesto, invano, che di quella crisi si parlasse apertamente durante un dibattito del parlamentino.

Il progetto della Biopiattaforma di Sesto

ZeroC è la società a capitale pubblico (tra i soci ci sono anche i Comuni di Pioltello e di Segrate) che sta curando la riconversione dell’ex inceneritore di Sesto San Giovanni in Biopiattaforma, per la valorizzazione della Forsu e dei fanghi di depurazione finalizzata alla produzione di biometano, fertilizzanti ed energia per il teleriscaldamento.

Il Gruppo Cap interessato a subentrare

Nell’attesa che si chiuda la procedura (le offerte potranno essere presentate entro il 13 settembre 2025), c’è già qualcuno che si è fatto avanti per acquisire il pacchetto azionario di Cologno. Si tratta del Gruppo Cap, vera protagonista del progetto di riconversione dell’ex termovalorizzatore di Cascina Gatti con un investimento pari a circa 50 milioni di euro.

Ma prima di dare il via libera a Cap, che aveva formalizzato le sue intenzioni a luglio, l’Amministrazione ha preso tempo, per capire se ci siano altri soci (difficile che avvenga, però) che vogliano sfruttare il diritto di prelazione.