Volti emozionati e sorrisi che, ancora più di qualsiasi parola, hanno narrato mezzo secolo di vita: lo scorso sabato pomeriggio, 18 ottobre 2025, nel parco Stella, a Rodano, i residenti del Villaggio La Famiglia si sono ritrovati per celebrare i cinquant’anni dalla consegna delle prime case.
Un simbolo di speranza e rinascita
Fu nel 1975 che quelle abitazioni, nate da un sogno condiviso, divennero il simbolo di una stagione di speranza e di rinascita. Oggi, cinquant’anni dopo, chi c’era allora e chi è arrivato in seguito ha voluto rendere omaggio a una storia fatta di solidarietà, sacrificio e visione. L’incontro, organizzato su iniziativa di Barbara Colombo e del padre Giuseppe, ha riunito molti residenti di ieri e di oggi. Presenti anche il vicesindaco Ernesto Marazzi e don Paolo Pupillo, che con la sua benedizione ha ricordato la figura di padre Ottorino Marcolini, sacerdote e ingegnere bresciano, fondatore nel 1953 della Cooperativa La Famiglia di Brescia, promotore di un modello di edilizia popolare fondato sul diritto alla casa e sulla dignità delle persone.
Nel suo intervento, con voce commossa, Giuseppe Colombo, in prima linea fin dalla nascita del Villaggio, ha espresso parole di gratitudine:
Desidero ringraziare di cuore mia figlia Barbara, che ha avuto la bella idea di ricordare questa importante ricorrenza, e tutti coloro che hanno donato tempo ed energie per rendere possibile questa giornata. Un ringraziamento speciale va a chi ha preparato torte, dolci, spumante e a chi ha contribuito in mille modi a creare un clima di allegria e condivisione.
ha detto.
Colombo ha voluto rendere omaggio anche a padre Marcolini, “la cui visione ha reso possibile la costruzione di oltre 26mila alloggi, con l’idea che ogni famiglia dovesse avere una casa propria, un pezzo di terra per l’orto e un luogo dove crescere insieme. Le sue erano abitazioni pensate per accompagnare la vita delle persone, con la possibilità di ampliarsi, a prezzi realmente accessibili. Lungimirante e inusuale fu perfino la scelta delle vie, decidemmo di far scegliere alle persone, così visto che le strade intitolate a politici erano presenti ovunque, scegliemmo dei nomi dedicati all’ambiente che potessero altresì aiutare chi ci raggiungeva da fuori”.
Il racconto dell’ex sindaco
Ha poi ringraziato i coniugi Giuliana e Gianfranco Visagli, autori del libro “Il prete di tutti”, che ha permesso di ricordare meglio la figura del fondatore. Dopo la benedizione di don Paolo, è intervenuto l’ex sindaco Bruno Forloni, che negli anni Settanta seguì in prima persona la nascita del quartiere.
A quel tempo Rodano era un paese piccolo, con pochi servizi. Noi giovani volevamo cambiare, creare spazi, scuole, asili e soprattutto case per le famiglie. Ci affidammo alla Cooperativa La Famiglia, già strutturata e competente, e nel 1971 individuammo il terreno. Dopo mille passaggi burocratici, nel 1972 iniziarono finalmente i lavori.
ha ricordato.
Le abitazioni furono assegnate con sorteggio a 63 soci: operai, artigiani, impiegati e contadini uniti dal sogno di costruire il proprio futuro.
Fu un periodo intenso. Nonostante le difficoltà, la Cooperativa e l’Amministrazione andarono avanti con coraggio. Il costo medio di una villetta era di circa 18 milioni di lire, l’equivalente di 9.300 euro di oggi. Con quella cifra, oggi, forse si comprerebbe solo l’arredamento!
L’ex borgomastro ha concluso con una nota di nostalgia:
Quella consegna, nel 1975, fu per molti di noi la realizzazione di un desiderio profondo. Abbiamo costruito le nostre case, ma anche un modo di vivere insieme, fondato sul rispetto e sull’amicizia. È giusto ricordarlo, perché ogni pietra di questo villaggio racconta la volontà e il cuore di chi ci ha creduto.
ha raccontato Forloni.
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