Bivacchi lungo l'Adda: si griglia e si bevono alcolici alla faccia dei divieti
Chi frequenta le aree fluviali non rispetta alcuna regola

In molti a Cassano d'Adda entrano in acqua e bivaccano infischiandosene delle regole.
Ma non era vietato bivaccare nell’Adda?
Avvisi, cartelli multilingua, ordinanze e controlli ci sono, ma chi frequenta le aree fluviali tende a non rispettare le regole. Lo dimostrano i recenti report dei weekend e di Ferragosto: centinaia di persone che entrano in acqua, bivaccano armati di tende, ombrelloni, griglie, mini frigo, sdraio, cibi e bevande (anche alcoliche) e persino coltelli, utilizzati sì per tagliare gli alimenti ma che a volte sono serviti per qualche regolamento di conto, tra ubriachi, fortunatamente senza gravi conseguenze.
Venerdì della scorsa settimana in azione c’erano l’imbarcazione della Croce Rossa, i sommozzatori, le guardie giurate e gli agenti della Polizia Locale.
Rispetto al 2021 c'è meno gente. Abbiamo effettuato servizi al Pignone e all’Isola Borromeo, poi ci siamo spostati agli isolotti dietro al Traversino a seguito della segnalazione della presenza di fuochi accesi. Una volta in quell’area stazionavano anche seicento persone, ora il numero si è ridotto a poco più di un centinaio, mentre sono aumentate al Pignone e, nell’ultimo periodo, agli isolotti
ha spiegato il comandante Massimo Caiani.
Ognuno ha un compito ben preciso:
La Cri si occupa di chi si trova in difficoltà in acqua, mentre le guardie svolgono attività di prevenzione contro i tuffi, l’accensione di fuochi e l’utilizzo di contenitori in vetro. La pattuglia interviene dove viene chiamata. Nel corso degli anni abbiamo intensificato le attività arrivando ad avere fino a 6 agenti la domenica e, rispetto a quattro anni fa, la situazione è migliorata con una diminuzione dei frequentatori. Prima c’erano raduni musicali abusivi di sera al Pignone, cerimonie in acqua al Traversino da parte di pakistani che arrivavano dal Veneto
ha spiegato il comandante.
Gli agenti chiedono sempre la provenienza:
In molti arrivano dall’hinterland milanese, soprattutto da Pioltello. Oggi c’è una parte residuale di cassanesi, mentre la maggior parte dei frequentatori sono extracomunitari che giungono in città con i mezzi pubblici, le auto o le bici elettriche. Nonostante si siano ridotte le presenze, purtroppo non sono diminuiti gli annegamenti, che si continuano a registrare. Del resto è impossibile contrastare i numerosi fenomeni che avvengono su dieci chilometri di costa. Negli anni abbiamo sanzionato e denunciato diverse persone, ma di fronte a gruppi numerosi si può fare ben poco. Lo scopo è quindi presidiare le aree e fare prevenzione. Bisognerebbe organizzare avere almeno una pattuglia per ogni zona fluviale. Il Pignone, ad esempio, è molto esteso. Ringrazio i volontari che da tanti anni stanno dando il loro contributo, in primis i sommozzatori di Treviglio e quelli dell’Associazione nazionale Carabinieri di Cassano
ha concluso Caiani.
Il servizio speciale di due pagine sulla Gazzetta dell'Adda in edicola e sul sito all'indirizzo https://edizionidigitali.netweek.it/dmedia/pageflip/swipe/g-adda/20250823g-adda fino al 29 agosto 2025.