Biopiattaforma per produrre biometano, Cologno Monzese esce dalla società
La decisione è stata ufficializzata in occasione del primo bilancio di attività per il sito di Sesto San Giovanni, nato sulle ceneri del vecchio inceneritore di Core
Primo bilancio dall’avvio dell’impianto di trattamento della Forsu (la fazione organica dei rifiuti solidi urbani) della Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, oggi pienamente operativo. Fino a febbraio 2024 sono state trattate un totale di circa 11mila tonnellate di Forsu, con l’immissione nella rete locale Unareti di oltre 400mila metri cubi di biometano. L’obiettivo è quello di trasformare in bioenergia le oltre 30mila tonnellate di rifiuti all’anno, per produrre fino a 2,7 milioni di metri cubi di biometano, sufficienti a soddisfare la domanda di energia di 1.700 famiglie.
La Biopiattaforma "azzoppata"
Il piano industriale procede spedito e sul cronoprogramma dei lavori avviati nel 2019, che hanno portato alla creazione del primo polo italiano di simbiosi industriale tra depuratore e termovalorizzatore, il prossimo passo è la linea fanghi. Per questo il Gruppo Cap intende rafforzare il progetto Biopiattaforma, per proseguire nel generare valore per il territorio anche in seguito alla decisione, per ora informale, del Comune di Cologno Monzese di uscire dalla compagine societaria di ZeroC.
Ma c'è un ma... Cologno Monzese si smarca dalla Biopiattaforma
Una scelta, quella presa da Cologno, "assunta unilateralmente: non ha tenuto conto delle conseguenze per gli altri soci e per i progetti comuni che si stavano portando avanti".
"Riconosciamo il diritto di ogni Comune di valutare le proprie priorità e strategie, tuttavia rimane la delusione per una scelta che arriva all’improvviso e senza alcuna possibilità di confronto, nonostante una collaborazione che è stata caratterizzata da anni di impegno reciproco e dalla condivisione di risorse per il beneficio di tutte le nostre comunità - ha commentato Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo Cap - Nonostante questa decisione, si tratta di un piano industriale in cui crediamo, e siamo aperti alle proposte dei Comuni soci per rafforzare il progetto di Biopiattaforma. Con il Comune di Cologno Monzese ci auguriamo che in futuro si possano trovare soluzioni che rispettino gli interessi di tutte le parti coinvolte".
Il sindaco di Sesto San Giovanni Roberto Di Stefano è andato ancora più a fondo nella questione.
"Siamo convinti che il successo di un progetto come Biopiattaforma dipenda dalla solidarietà e dalla cooperazione delle Amministrazioni comunali coinvolte e dalla coerenza nelle scelte e nelle decisioni - ha detto - Non nascondo il mio disappunto e quello degli altri colleghi sindaci per la decisione unilaterale del Comune di Cologno Monzese di ritirarsi dalla nostra collaborazione. Una scelta che genera un danno ai cittadini e che si basa su presupposti pretestuosi come il decidere di fare venire meno il conferimento dei propri rifiuti e quindi facendo volutamente andare in crisi il meccanismo dell’in-house. Si tratta, evidentemente, di un tema di responsabilità a più livelli, ma ci sarà tempo di affrontarlo nelle sedi opportune. Oggi ciò che è importante è ribadire l’impegno di tutti gli altri soci nel rafforzare il controllo pubblico del progetto che ha già dimostrato di funzionare e di generare valore, e che non vorremmo vedere finire in mano a operatori privati. Nelle prossime settimane incontrerò i miei colleghi per definire una strategia che rafforzi il piano industriale in accordo con Gruppo Cap".
Il progetto va comunque avanti: nel 2026 attiva anche la linea dei fanghi
Il progetto Biopiattaforma prosegue dunque, anche senza Cologno, continuando a garantire le compensazioni destinate ai Comuni per la quota di Forsu trattata nell’impianto. La Biopiattaforma prevede due linee di trattamento dei rifiuti: una dedicata ai fanghi di depurazione, per ottenere calore, energia elettrica e fertilizzanti a partire dai fanghi di scarto dalla depurazione delle acque, e che sarà a regime nel 2026, e una già operativa dedicata alla Forsu, in cui i rifiuti organici vengono trasformati in energia pulita e rinnovabile.
In merito alle evoluzioni in corso, il Cap ha consultato anche il Rab - Residential Advisory Board (il Consiglio consultivo della Comunità locale), la cui creazione è avvenuta nel 2019, all’avvio del progetto Biopiattaforma. Il Rab è il frutto di un percorso partecipativo che ha coinvolto tutti gli stakeholder dei Comuni coinvolti ed è nato per riunire i rappresentanti di ZeroC, Gruppo Cap, i Comuni soci e le associazioni del territorio per monitorare e seguire passo dopo passo le attività della Biopiattaforma.