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Bandiera della Palestina sul Municipio di Cernusco sul Naviglio, la scrittrice Elisabetta Ranghetti: "Sdegnata"

Il j'accuse alla classe politica cittadina: "Non si può invocare la pace gettando benzina sulla guerra"

Bandiera della Palestina sul Municipio di Cernusco sul Naviglio, la scrittrice Elisabetta Ranghetti: "Sdegnata"
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A Cernusco sul Naviglio il Consiglio comunale ha votato (a maggioranza trasversale) a favore dell'esposizione della bandiera della Palestina sulla Casa comunale come forma di vicinanza a un popolo che da sette mesi sta subendo un'immane tragedia. L'idea non è piaciuta a Elisabetta Ranghetti, scrittrice e fotografa cernuschese, esperta di Medio Oriente, autrice di romanzi e svariate pubblicazioni inerenti quel mondo.

Bandiera della Palestina

La mozione, portata da Rita Zecchini (Sinistra per Cernusco - La città in Comune) chiede che il Consiglio comunale impegni la Giunta a esporre la bandiera palestinese su Villa Greppi in segno di "solidarietà a un popolo a cui vengono negati i diritti fondamentali oltre a quello di vivere in pace sulla propria Terra".

In aggiunta chiede di esporre anche la bandiera della pace e di sollecitare il Parlamento a riconoscere lo Stato palestinese, come già fatto dalla maggioranza delle altre Nazioni.

A favore si sono schierati la lista di maggioranza Cernusco Possibile con Roberto Codazzi, Lorenzo Patrucco e Giacomo Cavalletti, Miriam Galimberti ed Eleonora Fiorillo (Pd), Claudio Gargantini ed Enzo Scigliano (gruppo misto), Rita Zecchini (Sinistra per Cernusco), Giordano Marchetti ed Erica Spinelli (Vivere Cernusco).

Si sono astenuti Gaetano Romano (Pd) e Daniele Pozzi (presidente del Consiglio comunale), mentre hanno votato contro: Maura Cedri  e Pietro Riva (Tutto per Cernusco), Daniele Mandrini, Carlo Assi e Pietro Melzi (Pd), Carlo Revolti (Forza Italia) e Lorenzo Gaviraghi (Cernusco al Centro).

"Sono sdegnata"

La scelta del Consiglio ha mandato su tutte le furie la scrittrice, che si è detta sdegnata.

Dal 7 ottobre, ho cercato di calibrare i miei interventi in merito al conflitto mediorientale perché, conoscendo da ormai vent'anni l'andamento delle discussioni, so quanto sia difficile, soprattutto sui social, intavolare questa tematica.

Questa volta però sento il dovere di intervenire.

In data 22 luglio 2024, il Consiglio comunale ha votato una mozione per esporre la bandiera palestinese; ho seguito sui social la discussione e tutti gli interventi.

Sono molto sdegnata da questa scelta: all'indomani del #7ottobre, nessuno ha pensato di appendere la bandiera israeliana come segno di solidarietà, a mio avviso dovuto, a un popolo sfregiato da attentati che hanno scosso il mondo intero.

"Nessuno ha mai organizzato incontro coinvolgendomi come esperta"

Ranghetti ha ricordato un'intervista rilasciata alla Gazzetta della Martesana alcuni mesi fa.

Nessuno ha organizzato incontri coinvolgendomi sulla questione di cui (e lo sanno tutti, dal consiglio comunale alla cittadinanza) sono esperta.

Non so quanti di coloro che hanno votato questa mozione possano dire di conoscere realmente quella terra: in vent'anni di vita tra Cernusco e Gerusalemme (e dopo la pubblicazione di ben tre romanzi e la collaborazione con alcune realtà cattoliche per far conoscere il giudaismo) ancora ritengo di dover imparare tante cose sul Medio Oriente.

Almeno però ci ho trascorso buona parte del mio tempo.

Al di là della competenza, penso che gesti di questo genere non aiutino il dialogo che dovrebbe invece essere il vero obiettivo di ogni istituzione.

"L'ideologia rovina le cause"

Non aiutano per ovvi motivi: perché denotano uno sbilanciamento che nasce più da motivi ideologici che da reale voglia di dare un contributo.

L'ideologia rovina le cause e spiace vedere che nel mio Comune questa cosa abbia preso il sopravvento.

Se veramente il dialogo fosse a cuore di tutti, sarebbe stata esposta la bandiera israeliana illo tempore e organizzata una tavola rotonda di confronto coinvolgendo persone come me, cittadini attivi sul territorio e ben noti a tutti.

È triste realizzare come certi gesti mettano in luce l'incapacità di cogliere il giusto momento e fare scelte equilibrate e impegnate per la pace.

Dispiace, perché a Cernusco tengo molto così come amo Gerusalemme, ma la mia coscienza questa volta mi impedisce di tacere perché accettare in silenzio questa scelta è per me impossibile.

"Non si può invocare la pace gettando benzina sulla guerra"

Non in nome di Israele che comunque amo e non mi vergogno di certo a dirlo, ma in nome di quel lavoro di dialogo che sto intessendo da decenni con una terra martoriata, in nome di una reale voglia di accordi di pace che non si ottengono con scelte simboliche che considerano una parte e non hanno considerato l'altra a tempo debito.

Ringrazio il consigliere Pietro Riva e il suo partito per le parole spese, così come il consigliere Carlo Assi.

La mia speranza è che, prima o poi, qui a casa mia ci si muova con onestà ed equilibrio perché non si può invocare la pace buttando benzina sulla guerra.

Aspettando tempi migliori...

 

 

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