Amarezza

Baby vandali buttano giù dalle scale le ciotole della gattina mascotte del Comune

E' successo a Brugherio. Il vicesindaco Mariele Benzi: "Rovinare qualcosa che qualcun altro ha curato con amore non è mai solo un gioco"

Baby vandali buttano giù dalle scale le ciotole della gattina mascotte del Comune
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Sassi spostati (posizionati per segnalare la presenza degli irrigatori), canne di bambù spezzate e le ciotole di "Cecy", la gattina mascotte del Comune, rovesciate e gettate giù dalle scale che portano al seminterrato.

Baby vandali prendono di mira anche la "casetta" della gattina del Comune

C'è amarezza nelle parole del vicesindaco Mariele Benzi, a pochi giorni da quanto accaduto fuori dagli uffici di Villa Fiorita, sede del Municipio di Brugherio. Anche alla luce della giovanissima età dei responsabili, che sono stati ripresi dalla videosorveglianza.

"Dalle telecamere è emerso che si è trattato di alcuni bambini - ha sottolineato Benzi, che ha anche la delega alla Tutela degli animali - Non c’è stata alcuna conseguenza grave ed è stato ritenuto dai più che non fosse necessario intervenire ulteriormente. Ma io mi chiedo: siamo davvero sicuri che basti così? Non c’è bisogno di punizioni esemplari, certo, ma un richiamo, un momento educativo, un gesto di responsabilità da parte degli adulti… Questo sì, è necessario, e a questo punto non è detto che non si proceda in tal senso".

"Non bisogna limitarci a dire che è solo una sciocchezza"

Chissà, magari quegli stessi bambini potrebbero essere chiamati in Comune assieme ai genitori per chiedere loro di dare da mangiare a "Cecy", la micina che da alcuni mesi ha preso casa proprio in Municipio.

"E' proprio in questi piccoli gesti che si annidano le prime fratture nel rispetto delle cose, degli spazi, degli altri esseri viventi - ha proseguito il vicesindaco - E se non ci fermiamo a riflettere ora, rischiamo di abituarci a pensare che 'tanto è solo una sciocchezza'. E invece no. Buttare a terra la pappa di un animale, spezzare per gioco qualcosa che qualcun altro ha curato con amore, non è mai solo un gioco. È un segnale. Ed è nostro compito leggerlo e trasformarlo in occasione di crescita. Perché educare significa anche avere il coraggio di dire un 'no' quando serve. Significa aiutare a capire, non solo a scusare. Significa anche mostrare ai più piccoli che ogni gesto ha un peso e che le cose e gli esseri viventi meritano cura. Non è questione di allarme. È questione di coscienza. E quando siamo scossi anche da un piccolo gesto, è perché in fondo crediamo ancora in una società dove le cose hanno valore. Dove il rispetto si insegna con l’esempio. Dove crescere significa anche essere richiamati, per poter poi proseguire la vita con più consapevolezza".

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