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Amianto a Cassina de' Pecchi: "Questa Amministrazione non sta con le mani in mano"

La sindaca: "Abbiamo già chiesto la convocazione di una conferenza dei servizi con proprietà, Parco agricolo, Città metropolitana e Ats"

Amianto a Cassina de' Pecchi: "Questa Amministrazione non sta con le mani in mano"
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"Non stiamo con le mani in mano". La sindaca di Cassina de' Pecchi Elisa Balconi ha respinto le accuse arrivate dalla minoranza di inerzia sulla questione dell'amianto a Cascina Moretti, a Sant'Agata.

Il caso di Cascina Moretti

La questione della rimozione dell'amianto è stata sollevata a suo tempo dal gruppo ambientalista I custodi del paesaggio. Il problema riguardava le cascine Giavarina e Moretti. Per quanto la prima la questione è già completamente risolta.

La Cascina Moretti ha visto il susseguirsi di vicende giudiziarie che hanno interessato anche la proprietà Futuragri e gli occupanti dell’ex azienda agricola. Le vicissitudini legali si sono concluse solo a novembre 2023.

Tale cascina, fra l’altro, è ricompresa nell’ambito “funzionale agricolo” vincolato dal Parco Agricolo Sud Milano all'interno del cosiddetto corridoio ecologico primario.

Nell'estate 2024 era stata concessa una prima proroga fino al 9 settembre per dar modo alla Futuragri di predisporre tutta la documentazione necessaria tramite Sportello telematico e iniziare la rimozione delle lastre.

La scadenza, sempre per ragioni tecniche, è poi stata rimandata altre volte.

"Non stiamo con le mani in mano"

La lista di minoranza Si Può e I Custodi del paesaggio hanno accusato l'Amministrazione di inerzia su un tema molto delicato. La sindaca ha respinto le accuse al mittente. Così Balconi:

Come annunciato in Consiglio comunale questa Amministrazione non sta con le mani in mano.

Abbiamo fatto l’avvio di procedimento finalizzato alla convocazione di una conferenza dei servizi al fine di sederci tutti intorno a un tavolo, Comune, proprietà, ente parco, Città metropolitana, Ats e ogni organismo al fine di risolvere definitivamente la questione.

Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: chiudere questa dolorosa vicenda. Quando dico risolvere definitivamente la questione, infatti, intendo che bisogna agire su due fronti: dell’amianto che non è nei prati, ma solo sul tetto (abbiamo una relazione che testimonia che il materiale rinvenuto nei campi è solo di natura cementizia); e l’altro dal punto di vista della sicurezza: la cascina va messa in sicurezza, ma non con dei cartelli o dei sigilli che sono già stati posti in essere decine di volte dalla proprietà e puntualmente divelti, rimossi e strappati, ma occorre un intervento edilizio urbanistico definitivo.

In questi giorni sarà definita la questione. Spiace che i Si Può preferiscano la strada dell’allarmismo piuttosto che quello della collaborazione nell’interesse di tutti, ma poco importa. A noi piace risolvere le questioni e fare i fatti.

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