botta e risposta

Amianto a Cascina Moretti, la minoranza contrattacca: "La sindaca ha nuovi documenti? Li mostri"

Continua la polemica a Cassina de' Pecchi tra la sindaca Elisa Balconi e la lista di minoranza Si Può

Amianto a Cascina Moretti, la minoranza contrattacca: "La sindaca ha nuovi documenti? Li mostri"
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A Cassina de' Pecchi è botta e risposta tra la sindaca Elisa Balconi e la lista di minoranza Si Può in merito all'amianto di cascina Moretti, a Sant'Agata, che avrebbe dovuto essere smaltito entro il 2023 e che invece è ancora lì.

"Amianto degradato, pericolo reale"

Si Può si è difesa dalle accuse ricevute di creare allarmismo, sostenendo che le coperture deteriorate delle stalle sono proprio in amianto e dunque sono un reale pericolo per la salute pubblica.

Tutte le coperture degli ampliamenti fatti a Cascina Moretti nel 1980 sono in Eternit.

La valutazione dello stato di degrado delle coperture in amianto presenti negli 8 lotti, in cui sono stati suddivisi i corpi di fabbrica, afferma quanto segue (protocollo atti comunali n°6629/2020):

  • Lotto 1 mq 600 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 2 mq 710 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 3 mq 860 rivalutazione dello stato di degrado entro 2 anni
  • Lotto 4 mq 200 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 5 mq 460 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 6 mq 390 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 7 mq 180 bonifica con smaltimento totale del materiale amiantifero entro 3 anni
  • Lotto 8 mq 280 rivalutazione dello stato di degrado entro 2 anni

La lista ha aggiunto che a febbraio 2022 (protocollo 6200/2022 del 25/02/2022) gli uffici hanno preso atto che lo stato di degrado del lotto 3 è passato da un punteggio di 24 a un punteggio di 36 e ciò implica l’esecuzione di bonifica totale del materiale entro tre anni, dunque entro febbraio 2025.

"Il materiale è ancora tutto lì"

Ancora il gruppo politico:

Ben 3400 metri quadrati di coperture in amianto dovrebbero essere già state smaltite e bonificate, mentre sono ancora lì a degradarsi sempre più e a contaminare i terreni limitrofi. La maggioranza minimizza parlando di materiale di natura cementizia disperso nei campi.

L'allarme è scattato infatti con le tempeste del luglio 2023 che hanno sparso nei campi materiale vario. La prima cittadina ha spiegato che in questo caso non si tratta di amianto, presente solo nelle coperture.

La lista Si Può però, i cui sostenitori hanno eseguito dei sopralluoghi sul posto, non sono convinti:

Chiediamo che venga resa pubblica la relazione che attesta che nei prati sono presenti solo frammenti cementizi.

Saremmo ben lieti di esserci sbagliati perché a noi non interessa fare propaganda, né tantomeno "avere ragione”, ma solo che l'area venga bonificata una volta per tutte e che la salute pubblica sia salvaguardata con ogni strumento possibile.

La mozione modificata

La minoranza ha richiamato anche la mozione che aveva presentato per il Consiglio comunale del 30 gennaio 2025 nella quale chiedeva alla sindaca di emettere un'ordinanza per costringere la proprietà a intervenire. Il testo è passato ma sostituendo l'ordinanza con un sollecito. Ancora Si Può:

Infatti, il testo della nostra mozione, prima che venisse emendato dalla maggioranza, impegnava la sindaca e la Giunta a far recintare l’area contaminata e non ad apporre un semplice cartello o un sigillo e chiedeva alla maggioranza di emettere un’ordinanza, affinché si assumesse un impegno stringente per far eseguire la bonifica alla proprietà dopo 5 anni di rinvii, sospensioni e solleciti.

E’ un fatto che la maggioranza ha emendato la mozione impegnandosi nell’ennesimo sollecito.

E’ un fatto che la proprietà non abbia presentato alcuna pratica all’ente Parco Agricolo Sud Milano fino a marzo 2024, nonostante la chiusura dei vari procedimenti giudiziari datata novembre 2023.

È un fatto che la proprietà non abbia richiesto autorizzazione paesaggistica semplificata per la sola rimozione/sostituzione delle coperture ma abbia protocollato richiesta di abbattimento totale del complesso cascinale (protocollo all'Ente Parco Agricolo Sud CIP PAE 13816I del 22/03/2024).

E le ragioni relative a questa richiesta sono di carattere meramente economico.

"La proprietà vuole abbattere tutto"

Abbattere tutto il complesso e smaltire l'amianto in concomitanza con questi lavori costa meno che procedere prima alla bonifica e poi all'abbattimento con conservazione del nucleo storico del 1800. È un fatto che in una nota recentissima il Pasm, l’ente Parco ha chiarito che non ha competenze competenze in materia di incolumità e salute pubblica e che le loro valutazioni sono valutazioni afferenti unicamente al tema paesaggistico, contrariamente a quanto dichiarato in un precedente Consiglio Comunale, in cui la maggioranza ha tentato di attribuire la responsabilità della mancata bonifica proprio al Parco Agricolo Adda Sud.

La mortalità per l'esposizione all'amianto

In merito all’allarmismo di cui veniamo accusati ricordiamo che il 27 marzo 1992 con la legge 257/92 l’Italia vietò l’utilizzo dell’amianto e la produzione di manufatti contenenti amianto, riconosciuta la pericolosità del materiale e che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità: il carico sanitario in Italia ammonta a circa 4.400 decessi/anno dovuti all’esposizione ad amianto nel periodo 2010-2016: 3.860 uomini e 550 donne.

Di questi, 1.515 sono persone decedute per mesotelioma maligno (più dell’80% dei mesoteliomi è causata dall’amianto), 58 per asbestosi (malattia polmonare causata da inalazione di fibre di amianto), 2.830 per tumore polmonare e 16 per tumore ovarico. L’ISS ha anche analizzato i dati sulla mortalità precoce (prima dei 50 anni) per mesotelioma: nel periodo 2003-2016 in Italia sono stati registrati circa 500 decessi.

Si tratta verosimilmente di persone che da bambini hanno vissuto in aree italiane contaminate da amianto e/o che sono stati esposti indirettamente a fibre di amianto.

È un fatto che spetta al sindaco l’onere di tutelare la salute pubblica dei cittadini che amministra e che l’ordinanza sindacale è lo strumento a disposizione del primo cittadino per evitare ulteriori dilazioni o proroghe.

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