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Allarme amianto a Cassina de' Pecchi, i Custodi del paesaggio: "In paese situazioni irrisolte"

Dopo il report dell'Istituto superiore di Sanità il gruppo ambientalista torna a sollevare l'attenzione sulle criticità nel territorio

Allarme amianto a Cassina de' Pecchi, i Custodi del paesaggio: "In paese situazioni irrisolte"
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I Custodi del paesaggio di Cassina de' Pecchi chiedono più sorveglianza sulla bonifica dell'amianto in paese, dove ci sono ancora situazioni in sospeso.

Il report dell'Istituto superiore di Sanità

I membri del gruppo citano il recente report pubblicato dall'Istituto superiore di Sanità che mette in luce l’impatto grave e prolungato dell’amianto sulla salute pubblica in Italia, indicando una media di 1.545 decessi all'anno causati dall’esposizione all'amianto tra il 2010 e il 2020. Piemonte, Lombardia, Valle d’Aosta e Liguria presentano un numero di decessi per 100mila abitanti maggiore della media nazionale.

Secondo l'Iss, nonostante un calo progressivo dei decessi tra le fasce più giovani, grazie alle misure preventive e alla riduzione dell’uso di amianto dagli anni '90 in poi, i dati dimostrano che il rischio sanitario legato all’amianto è ancora rilevante e richiede interventi continuativi e coordinati.

La presenza di amianto in edifici e aree agricole abbandonate rappresenta una minaccia concreta per la comunità.

Le criticità a Cassina

I Custodi del Paesaggio hanno segnalato la criticità delle strutture fatiscenti nel Parco Agricolo Sud (per esempio a Casina Moretti), dove le operazioni di bonifica risultano ancora sospese. Così il gruppo in un comunicato:

Situazioni come questa sottolineano l’urgenza di azioni immediate di bonifica e monitoraggio, specialmente in contesti privati dove spesso manca la collaborazione dei proprietari.

Il caso Casina Moretti

A Sant'Agata Cascina Moretti, oggetto per anni di una disputa tra privati sulla proprietà, presenta una situazione allarmante. Le coperture in eternit sono state distrutte e sparpagliate per l'area circostante dalle tempeste dell'estate 2023.

La nuova proprietà (Futuragri) aveva fissato a settembre il termine per la bonifica. Scadenza che è stata prorogata al 29 novembre.

Il  tema era stato sollevato con forza un anno fa da Legambiente e dal gruppo dei Custodi del paesaggio, che avevano sottolineato non solo la presenza di coperture in eternit nel complesso rurale e in particolare sopra le vecchie stalle, ma proprio il fatto che alcune parti degli ondulati erano state disintegrate e sparse per i campi circostanti con rischio anche per l’ambiente.

Così l'assessore all'Ambiente Fabio Varisco nell'occasione:

La proprietà ha presentato un’istanza di proroga rispetto ala scadenza di settembre e i nostri uffici l’hanno concessa.

Ha avuto problemi burocratici con Città metropolitana e il Parco agricolo Sud Milano. Nel progetto, infatti, non è solo prevista la bonifica, ma anche la demolizione di alcune parti e servono le necessarie autorizzazioni che non gli sono ancora arrivate.

Le proposte dei Custodi

Di qui un elenco di richieste e proposte da parte dei Custodi all'Amministrazione:

  • Incentivare e sostenere economicamente le operazioni di bonifica nelle aree ancora contaminate, coinvolgendo attivamente i proprietari degli immobili (Futuragri).
  • Potenziare la sorveglianza sanitaria per le persone a rischio.
  • Coinvolgere l'Ats Lombardia per una maggiore trasparenza e tracciabilità degli interventi di bonifica a livello regionale e locale, in collaborazione con le Amministrazioni comunali e le autorità sanitarie.

I Custodi hanno così chiamato in causa direttamente l'Amministrazione:

A fronte delle risposte fornite dall'Assessore Fabio Varisco risulta evidente che alcune problematiche rimangono irrisolte.

Inoltre, il coinvolgimento del Parco Agricolo Sud non svincola la sindaca Elisa Balconi dalla propria responsabilità sanitaria.

Secondo il gruppo il report dell'Iss è un appello chiaro e urgente a rinnovare la lotta contro l’amianto e a garantire una tutela adeguata della salute pubblica. Solo con un impegno congiunto tra istituzioni, enti locali e cittadini e con una strategia chiara e azioni concrete sarà possibile ridurre ulteriormente i rischi legati a questa sostanza pericolosa e assicurare un futuro più sicuro per le prossime generazioni.

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