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Al circolo Acli si parla di valori e geopolitica dell’Unione Europea

A Palazzo Trivulzio un dialogo sui temi dell’attualità mondiale per fare chiarezza nel complicato panorama internazionale

Al circolo Acli si parla di valori e geopolitica dell’Unione Europea

Giovedì 13 novembre in sala Vallaperti il circolo Acli “Achille Grandi” di Melzo e Melzo Cittadinanzattiva hanno organizzato l’incontro “Dai valori alla geopolitica: quanto è forte l’Europa?” con il patrocinio e il sostegno del Comune. Durante la serata sono intervenuti Daniele Manca, vicedirettore del Corriere della Sera, e Delfina Colombo, presidente delle Acli milanesi.

Il piano di riarmo europeo

La prima domanda che la presidente Colombo ha rivolto al giornalista riguardava la corsa al riarmo e il piano Readiness Europe approvato a marzo di quest’anno. Il provvedimento ha suscitato diverse critiche in quanto non prevede la formazione di un esercito comune europeo ma il rafforzamento della difesa dei singoli Stati.

L’Europa – ha risposto Manca – si deve difendere ed armare perché fino all’altroieri ci ha difeso qualcun altro. Difendersi costa tanto ma i soldi non sono buttati: anzi, sono messi lì per la sicurezza e per essere solidali. Noi non abbiamo un esercito europeo perché non vogliamo pensarci e perché alcuni governi ostacolano il processo.

L’importanza della partecipazione

Il dibattito si è poi spostato sul ruolo dei singoli cittadini e sul peso della partecipazione civica e politica in democrazia. Nell’Ue infatti l’opinione del popolo conta e già in passato ha portato i singoli Paesi o il consiglio europeo a cambiare decisione per andare incontro alle istanze dei cittadini stessi: per esempio poche settimane fa quando è stato fatto un passo indietro sul tanto discusso Green Deal.

Tra gli strumenti utilizzati a Bruxelles per monitorare la “pancia” dei cittadini europei ricopre un ruolo particolare l’eurobarometro, un sondaggio a cadenza mensile sottoposto all’interno degli Stati membri che affronta una vasta gamma di questioni d’attualità dell’Unione. L’Italia, che nel 2020 aveva un grado di fiducia verso l’Ue dell’80%, oggi è scesa al 60%.

I valori fondanti e i diritti

La discussione si è chiusa con una riflessione sui valori fondativi e sulla storia dell’Unione Europea, che non possono essere dimenticati quando si affrontano temi geopolitici di questa importanza. L’ultima domanda della serata è stata proprio dedicata al futuro dell’Unione: riuscirà l’Ue a mantenere il welfare? Questa la risposta di Daniele Manca.

Sì nella misura in cui noi lo vogliamo. L’Unione Europea non è statica: può cambiare in positivo o in negativo perché la storia non procede sempre verso il meglio. Sta a noi decidere.