lutto

Addio a don Mario, il "prete dei rom"

Venerdì mattina i funerali del sacerdote, classe 1929, per oltre settant'anni impegnato a evangelizzare Rom e Sinti.

Addio a don Mario, il "prete dei rom"
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Per tutti era "il prete dei rom". Si è spento a 92 anni don Mario Riboldi, che a lungo visse nel campo di via Quarto a Brugherio.

Don Mario Riboldi, il "prete dei rom"

Era nato a Biassono, in Brianza, il 21 gennaio 1929 da papà Gerolamo e mamma Adele. E proprio nel suo paese d'origine venerdì mattina, alle 11, nella chiesa parrocchiale intitolata a San Martino saranno celebrati i funerali dell'amatissimo sacerdote che sarà seppellito nel cimitero del paese.

In missione in mezzo agli zingari

Sacerdote diocesano era stato il primo prete in Italia a chiedere al Vescovo di essere mandato in missione in mezzo agli zingari.

Quando ero giovane - aveva raccontato durante un incontro - ho visto dei bambini rom giocare fuori dalla mia chiesa e subito mi sono domandato chi si sarebbe fatto carico di portare il Vangelo a quelle povere anime. In quel momento è cominciata la mia più grande battaglia: convincere i miei superiori a concedermi la libertà per vivere il sacerdozio girando il mondo insieme a questi “sconosciuti”.

Una scelta incoraggiata anche dall’allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, divenuto poi Papa Paolo VI. Don Mario ha vissuto a lungo nel campo di Brugherio, in via Quarto, proprio accanto all’ingresso della Tangenziale Est. Una roulotte è la base da cui orchestra la sua battaglia a favore dei rom, da dove organizzava convegni e seminari, ovunque, per illustrare "alla società inurbata" la ricchezza e lo spessore culturale del mondo gitano, forte delle proprie radici, amante della libertà e desideroso di dignità "esattamente come gli altri uomini".

«Nessuno sa che fra loro ci sono anche santi, martiri e beati»

Nessuno può essere arbitro di giustizia - aveva detto - Certo, gli zingari sono un popolo sicuramente strampalato ed è difficilissimo poter dire come rapportarsi di fronte alle loro apparenti stranezze, ma io dico che il problema vero e generale è nei rapporti di comunione con le persone. In un’Europa sempre più scristianizzata, infatti, andare incontro ai bisognosi è diventato ormai un’urgenza secondaria. Ma la forza propulsiva dello Spirito Santo soffia indistintamente su tutti, anche su questi fratelli girovaghi. E la prova è incarnata in quella ragazza rom che confessai molti anni fa: da quel momento, in nome della Fede, quella giovane non ha mai più commesso reati.

Era sereno l’anziano sacerdote e gli brillavano gli occhi quando diceva che "tutti sanno che gli zingari sono ladri ma nessuno sa che fra gli zingari ci sono anche santi, martiri e beati".

Santi come Zeffirino, patrono dei rom e primo martire nomade. L’imprevedibilità caratterizza ormai da tempo la vita di questo prete un po’ gitano che ha girato tutta l’Europa con le carovane in nome della libertà e dell’arricchimento culturale e spirituale. E si è spinto fino ai territori più impervi della Slovenia dove ha potuto scoprire "interi villaggi composti esclusivamente da zingari, sindaco e prete compresi". Una strada tutta in salita la sua, carica di mistero e fascino; una scelta lucida, ponderata e forte ma irta di complicazioni  dopo oltre 70 anni vissuti nella sua devozione carica di fede spesa per evangelizzare Rom e Sinti.

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