Tribunale

Abuso edilizio, il Comune di Sesto San Giovanni diventa proprietario di un residence

Il palazzo doveva ospitare provvisoriamente famiglie in difficoltà e invece è diventato per loro una dimora stabile. Il sindaco attacca le precedenti Amministrazioni di sinistra: "Spesi 600mila euro senza copertura a bilancio"

Abuso edilizio, il Comune di Sesto San Giovanni diventa proprietario di un residence
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Il Residence Puccini di Sesto San Giovanni verrà acquisito gratuitamente dal Comune. Questo alla luce di un abuso edilizio legato a una non corretta applicazione della convenzione datata 2006, quando il Municipio era governato dal centrosinistra. E la sentenza recente del Tar, che ha sposato in pieno la tesi dell'Amministrazione di centrodestra, è stata accolta con favore dallo stesso Municipio, con il sindaco leghista  Roberto Di Stefano che si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.

La storia (controversa) del residence di Sesto

Il residence, non lontano dalla stazione ferroviaria di piazza Primo Maggio e del capolinea della M1, era nato per ospitare persone in difficoltà. Quando erano emerse le irregolarità, il Comune aveva avviato le procedure per esigere il rispetto dei patti siglati all'epoca della costruzione dello stabile. La proprietà, l'Immobiliare CZ, non ha mai fatto un passo verso l'ente. La vicenda è finita a carte bollate e il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha rigettato il ricorso dell'operatore contro il Comune. Il dispositivo è stato pubblicato ieri, lunedì 22 luglio 2024.

"Il Residence Puccini sarebbe dovuto essere una residenza temporanea per lavoratori, studenti e altre categorie fragili. O almeno questo è quanto il Comune aveva previsto nella convenzione urbanistica sottoscritta con il costruttore nel lontano 2006 - ha spiegato Di Stefano - Grazie alle Giunte di sinistra, che evidentemente facevano finta di non vedere, davano in affitto ordinario gli appartamenti e poi incassavano pure soldi dal Comune. Parliamo di oltre 600mila euro senza copertura a bilancio. Quando ci siamo insediati abbiamo iniziato gli accertamenti e finalmente ora possiamo dirlo: ha vinto la giustizia! Abbiamo contestato tutte le violazioni al proprietario e intimato l'acquisizione gratuita del residence al patrimonio dell'ente. Ancora una volta la legalità ha prevalso sulle condotte scorrette di soggetti privati che tentano di sfuggire alle loro responsabilità verso il Comune con argomentazioni pretestuose".

Il dito puntato contro le Amministrazioni di sinistra

La vicenda affonda le radici nel 2019, a seguito di una controversia in relazione alla richiesta di pagamento di somme vantate nei confronti del Comune per l'ospitalità di alcuni nuclei familiari indirizzati dal Comune al Residence Puccini.

"Da quel momento, nell'ambito dell'istruttoria, si era potuto accertare che l'immobiliare non solo non aveva mai rispettato l'obbligo di destinazione d'uso a locazione temporanea, ma in molti casi non aveva nemmeno stipulato regolari contratti con i locatari, oltre a non aver trasmesso al Municipio la graduatoria di accesso ai servizi di locazione temporanea e, tra le altre violazioni, non erano neanche stati presentati i rendiconti di gestione", hanno ricordato dall'Amministrazione.

"Spesi 600mila euro di soldi pubblici"

A intervenire sul caso è stato anche l'assessore all'Urbanistica Antonio Lamiranda.

"L'edificio avrebbe dovuto essere adibito a sola residenza temporanea (locazione massima 18 mesi) per lavoratori e studenti, ma di fatto veniva utilizzato, dalla proprietà, a locazione ordinaria - ha evidenziato - Assurdo nell'assurdo, l'ente a gestione sinistra (Amministrazioni Oldrini e Chittò) ha pagato alla proprietà gli affitti delle famiglie che prendevano, illegittimamente, in locazione, gli appartamenti. Si sono spesi ben oltre 600mila euro. Tutti senza copertura a bilancio. I giudici amministrativi hanno scritto che 'appare evidente che destinare le unità immobiliari a soddisfare bisogni abitativi diversi da quelli temporanei costituisce una violazione sostanziale della convenzione, del titolo edilizio e quindi dello stesso strumento urbanistico generale comunale, determinando altresì una variazione degli standard (mancato versamento degli oneri urbanistici, ndr) richiesti. Si tratta pertanto di una variazione essenziale del titolo edilizio che giustifica l’applicazione delle misure sanzionatorie di cui all'art. 31 del Testo unico dell'edilizia, ossia l'acquisizione gratuita'".

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