Lutto

A Cernusco sul Naviglio il dolore per Riccardo Marta. La sua è stata una lunga corsa contro la malattia

Aveva 52 anni era figlio di Giancarlo, ex presidente della cooperativa Intermedia.

A Cernusco sul Naviglio il dolore per Riccardo Marta. La sua è stata una lunga corsa contro la malattia
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C'è dolore a Cernusco sul Naviglio per la morte di Riccardo Marta 52 anni. Era figlio di Giancarlo, ex presidente della cooperativa Intermedia, e nipote di Ferruccio (mancato da pochi anni), lo zio, ex dipendente comunale.

La lotta con il Les

Era appassionato di podismo e correva le maratone. Un tipo di corsa che è stata anche la metafora della sua vita. Per 34 anni infatti, ha stretto i denti e ha combattuto silenziosamente contro una malattia subdola e logorante, il Les, il Lupus eritematoso sistemico.

E' una malattia cronica autoimmune che si manifesta con rush cutaneo soprattutto al volto. Interessa però progressivamente diversi organi del corpo. Oggi le cure non garantiscono ancora la guarigione, ma un rallentamento degli effetti della patologia e un miglioramento della qualità della vita.

L'aveva scoperta a 18 anni e da allora era in cura all'ospedale San Raffaele. Ma lui non voleva essere identificato come "un malato" è si è tuffato a capofitto nelle diverse esperienze della vita. Solo ultimamente le complicanze causate dal morbo hanno avuto la meglio. Un epilogo improvviso, ma circondato fino all'ultimo dall'affetto delle persone più care, come la mamma Rita, il papà, il fratello Federico e dalla fidanzata Chiara. Anzi, era lui solitamente a rincuorare loro.

All'oratorio Paolo VI, lo sport, il canto e il teatro

Era cresciuto all’oratorio Paolo VI, dove aveva maturato una profonda fede che lo aveva portato a frequentare il Seminario alle superiori. Da ragazzo aveva giocato a calcio al Gso e anche a basket.

Aveva poi lasciato il Seminario ed era stato chiamato per il servizio di leva negli Alpini. Aveva partecipato all’operazione Vespri siciliani, l’intervento dell’esercito nell’isola deciso nel ’92 a seguito delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.

Praticava il podismo e correva le maratone e le mezze maratone.  Amava cantare e frequentava il coro Gospel alla parrocchia del Divin Pianto. E poi recitava in teatro che amava particolarmente.

Ha lavorato per un’azienda a Milano che commercia prodotti farmaceutici e in seguito per una banca. Da poco era rimasto senza impiego per una riorganizzazione di quest’ultima, ma aveva già trovato una ricollocazione nel Caaf della Cgil di Gorgonzola. Purtroppo non ha mai potuto prendere servizio.

Ha scritto anche delle poesie, alcune delle quali scoperte solo dopo la sua morte. Ora i familiari vorrebbero raccoglierle in una pubblicazione.

Il volontariato

Amava aiutare chi più in difficoltà. Prestava volontariato per l'Opera Cardinal Ferrari e a Natale e Pasqua andava a servire i pasti alle persone più in difficoltà. Un giorno vi incontrò l'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. Scattò un caloroso abbraccio: era stato infatti il suo insegnante di Latino e Greco in Seminario.

I funerali sono stati celebrati lunedì mattina, nella chiesa di Santa Maria Assunta.

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