Nel Pgt è stata inserita la possibilità di alienare l’immobile a favore di un uso residenziale e di trasferire gli uffici e la Polizia Locale nell’ex Banca Intesa.
Fa discutere il possibile trasloco di Spazio Città
L’ipotesi dello spostamento di Spazio Città nell’ex edificio di Banca Intesa è uno dei temi più dibattuti a Cassano d’Adda.
La prima ad avanzare le proprie perplessità, durante il Consiglio comunale di adozione del Piano, era stata Elena Bornaghi di Cassano obiettivo comune, poi sostenuta da altri rappresentanti dei gruppi di minoranza e dal presidente Giovanni Albano.
Lo stabile verrebbe alienato a favore di un uso residenziale per trasferire gli uffici comunali nell’edificio ex banca. Un’ipotesi assai criticabile: cedere un angolo di storia cassanese all’edilizia non è solo un errore strategico, ma anche culturale e identitario, valori questi ultimi particolarmente cari ai nostri amministratori. L’ex Tribunale fu costruito agli inizi degli anni Sessanta su aree cedute dai Conti Borromeo. La cessione era il primo passo per il raggiungimento di un traguardo importante per la nostra comunità: una sede adeguata per la Pretura, prima ospitata nel Castello. L’edificio fu costruito con criteri architettonici funzionali, ma senza dimenticare l’arte: basti citare l’affresco del maestro Trento Longaretti nell’ex aula udienze e le tele nell’atrio. In caso di alienazione: che fine faranno queste opere?
aveva spiegato Bornaghi.
Negli anni Novanta la Pretura divenne Tribunale e i locali furono ingranditi. Negli anni 2000 la riforma dei circondari giudiziari fece restare l’edificio rimase vuoto per qualche mese finché non fu destinato a servizi per la cittadinanza. Spazio Città in piazzetta Bettini comprende sportelli, uffici comunali, Polizia Locale, associazioni e aule studio.
Per Bornaghi “sfrattare” gli uffici da quell’immobile è un errore:
Oggi Spazio Città è strutturato in modo funzionale e accogliente: ampi spazi, ambienti recuperati e accessibilità per l’utenza. L’ipotesi è spostare tutto in un open space al piano terra dell’ex sede Intesa, che richiederebbe importanti lavori di adeguamento e, comunque, risulterebbe insufficiente.
Il sindaco Fabio Colombo aveva ammesso che tutto era nato da una sua idea:
Mi prendo le mie responsabilità, è stata una mia indicazione quella di verificare l’opportunità di questo trasferimento, che poi non è detto che si realizzi. L’edificio dell’ex Pretura è sì storico, però purtroppo ha grandissime criticità dal punto di vista dell’organizzazione: gli spazi sono altissimi, il riscaldamento e l’illuminazione costano un’esagerazione. Un immobile altamente energivoro con tantissimi spazi vuoti
aveva sottolineato il primo cittadino.