Una mostra per raccontare quando gli Azzurri si allenarono a Segrate
Resterà aperta fino a fine luglio la rassegna fotografica organizzata dal Comune insieme a Massimo Veronesi per festeggiare il 40esimo anniversario della vittoria a Spagna 82 e l'arrivo a sorpresa degli Azzurri in città
Più di cento fotografie per raccontare la storia di un incontro inaspettato: quello di Segrate con la nazionale italiana campione del mondo nel 1982. E’ stata inaugurata oggi, lunedì 20 giugno 2022, la mostra “Segrate ai tempi di Pablito. Noi e gli azzurri del Mundial”, aperta fino al 31 luglio presso il centro Verdi di Segrate.
Segrate ai tempi di Pablito
Dopo la vittoria, la prima uscita dei campioni del mondo è stata a Segrate nel 1982. Qui la nazionale si è allenata in vista della partita di qualificazione europea contro la Cecoslovacchia. Tra gli artefici, anche il giornalista Massimo Veronesi che così ha riassunto l'accaduto:
E’ una storia lunga e divertente. Gli azzurri avrebbero dovuto allenarsi a San Donato, dove si trovava il centro sportivo Snam di proprietà degli Agnelli, che era più comodo. Quell’anno però ci furono un sacco di colpi di fortuna. In primis la partita si disputava a San Siro, quindi non molto lontano da qui. In secondo luogo, proprio in quel momento Segrate aveva appena rinnovato sia il campo da calcio sia gli spogliatoi. Divenne una piccola Wembley. Io, che avevo un po’ di contatti, ho cercato di interfacciarmi con la nazionale, mi sono presentato con una fotografia dello stadio staccata dal muro dell’ufficio dell’assessore allo Sport e con questo quadrettino sono andato a mostrare il campo sportivo di Segrate. Carlo De Gaudio(il capo delegazione) era un po’ diffidente, mi disse: “Le mando un ispettore a vedere”. L’ispettore era Cesare Maldini, che venne al campo sportivo di Segrate fece due passi sul campo e uno negli spogliatoi e poi concluse “Bellissimo. Veniamo qui”.
Un momento storico, documentato con oltre cento fotografie inedite, un tesoro recuperato da tre fotografi: Giorgio Passoni, Antonio Vaccarossa e Roberto Piovani. A loro il merito di aver riportato alla luce, tra cantine e soffitte, i negativi di quelle foto che sembravano perduti: scatti inediti, mai visti e mai pubblicato di quell’Italia, di quei volti di quarant’anni fa e di quell’epoca.
L’inaugurazione
Oggi, lunedì, ad assistere al taglio del nastro oltre al sindaco Paolo Micheli c’erano Massimo Veronesi, sua l’idea di organizzare un evento-ricordo, Fulvio Collovati, campione del Mondo 1982, e Cinzia Bearzot, figlia dell’allora ct Enzo Bearzot.
E' toccato a Collovati riassumere in poche parole l'esperienza ai mondiali. E' il racconto di un'impresa, in cui si alternano le gesta di tanti personaggi mitici a cominciare da commissario tecnico Bearzot ("era un secondo papà", ha raccontato l'ex difensore azzurro), per poi passare a Paolo Rossi: "Straordinario, veniva da due anni di inattività - ha continuato - Era stato accusato ingiustamente di qualcosa che non aveva commesso (si pensava avesse concordato il pareggio dell'incontro Avellino-Perugia all'interno dello scandalo del Calcioscommesse). Il suo riscatto incominciò con la partita contro l'Argentina e continuò contro il Brasile".
Il 1982 e il 2022 hanno molto in comune: due annate molto simile nonostante i quarant'anni che li separano. I terribili anni di piombo da una parte, la pandemia dall'altra. Due parentesi dolorose, dopo le quali la voglia di ritrovarsi comunità e stare insieme è tornata più forte di prima.
Questa mostra non vuole solo essere la celebrazione di un anniversario - ha spiegato il primo cittadino - Si tratta di raccontare due periodi di cambiamento, caratterizzati da una voglia di riscatto. Anche oggi, come allora, c'è tanta voglia di lasciarsi alle spalle un periodo doloroso delle nostre vite. Con la pandemia, abbiamo riscoperto gli affetti e siamo tornati a essere una comunità più unita e lo stesso era accaduto nell'82 grazie alla vittoria ai mondiali.
A Cinzia Bearzot, figlia del Ct, è toccato raccontare i mondiali attraverso i suoi occhi.
All'inizio fu traumatico, difficile. Contro mio padre ci fu una campagna aggressiva. Era pesante. Poi piano piano la situazione è cambiata, è stata davvero un'avventura. La gente è passata da dire "Non sono capaci di far nulla" a "Questi sono eroi".
Cambio di nome per il campo comunale
La protagonista della mostra, però, rimane Segrate. Quella cittadina di periferia che accolse festante gli azzurri arrivati al campo comunale per allenarsi. E proprio in ricordo di quei mesi incredibili, durante l'inaugurazioner è arrivato a sorpresa l'annuncio del cambio di nome. Ll'Amministrazione, infatti, ha deciso di cambiare nome al campetto, attualmente "Campo Sportivo Pastrengo" per intitolarlo ai campioni dell'82 e in particolare a Paolo "Pablito" Rossi.