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Muro contro muro dell'associazione Bene Comune Cernusco contro la sindaca

Per l'associazione è falso affermare che non si possono bloccare le nove palazzine in arrivo

Muro contro muro dell'associazione Bene Comune Cernusco contro la sindaca
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E' scontro tra Amministrazione di Cernusco sul Naviglio e associazione Bene Comune Cernusco sul piano attuativo di via Cevedale, ovvero il terreno oggi di fatto agricolo, ma a destinazione residenziale da una ventina d'anni, su cui il sodalizio ha organizzato una raccolta firme per chiedere di cancellare ogni tipo di edificazione programmata.

Nove palazzine residenziali in arrivo

Gli operatori hanno recentemente presentato il progetto del piano attuativo che prevede la realizzazione di nove palazzine residenziali, oltre a parcheggi, un edificio comunale, un bosco, un prato fiorito, una greenway e un’area cani. Le palazzine saranno da tre o quattro piani, per circa 120 appartamenti.

Prima delle elezioni il piano è stato pubblicato e cittadini e associazioni hanno potuto presentare le osservazioni (lo hanno già fatto per esempio la lista civica di minoranza Vivere Cernusco e l'associazione Cernusco in Comune, oltre alla stessa Cernusco bene Comune).

Una storia ventennale

Via Cevedale diventò edificabile con il Piano regolatore del 2002. Allora tale indicazione equivaleva a un diritto acquisito per la proprietà del terreno. Lo strumento legislativo cambiò radicalmente con il passaggio dal Prg al Pgt, il Piano di governo del territorio, che invece consente di modificare le destinazioni d’uso precedentemente accordate.

Tuttavia nel passaggio dall’uno all’altro strumento urbanistico, per evitare contenziosi, le Amministrazioni in generale confermavano le indicazioni del Prg. Così avvenne anche a Cernusco nel 2010. Per via Cevedale, addirittura, fu previsto un aumento della volumetria, per chiedere all’operatore di inserire appartamenti in edilizia convenzionata.

Prima della variante parziale di Pgt del 2022, i privati presentarono un piano attuativo e iniziò una trattativa con l’Amministrazione, che a quell’epoca mirava a tornare sui suoi passi, riducendo le volumetrie, cosa che accadde con una previsione di edificato inferiore di un quarto.

"Non siamo nella fase in cui si può tornare indietro"

La sindaca Paola Colombo in un'intervista alla Gazzetta della Martesana pubblicata sabato 19 luglio 2025, ha spiegato, insieme al suo vice Alessandro Galbiati, che in questa fase non si può più tornare indietro: le osservazioni potranno portare delle piccole modifiche, ma far credere che si possa cancellare tutto con un colpo di spugna sarebbe creare confusione.

Muro contro muro di Cernusco bene Comune

L'associazione ambientalista ha replicato con un comunicato in cui lamenta di aver inviato una richiesta formale alla sindaca, corredata da 1500 firme di cittadini, senza aver ricevuto riscontro.

"Bene Comune Cernusco" accusa inoltre la sindaca e l'assessore Galbiati di aver creato confusione con dichiarazioni discordanti sullo stato della pianificazione e di aver fomentato "accuse gravi e lesive" nei confronti del sodalizio.

La sindaca e l'assessore Galbiati affermano inoltre che fermare il Piano Attuativo di via Cevedale è una questione 'tecnica' e che non approvare il piano attuativo non è possibile.

Una narrazione ancora una volta elusiva perché, dietro al paravento tecnico e burocratico della "inevitabilità", evita di affrontare il nodo politico legato alla volontà o meno di fermare il progetto, ma soprattutto evita di dare una valutazione sulla preminenza degli interessi generali rispetto a quelli dei costruttori.

Ribadiamo: fermare il progetto è possibile. La giurisprudenza e la normativa urbanistica chiariscono che non esistono "diritti edificatori acquisiti" in senso assoluto.

Ogni progetto può essere rivisto o bloccato se non più conforme all'interesse pubblico. La questione dunque non è tecnica, ma quella della Sindaca è una sua precisa scelta politica che dimentica le conseguenze che il piano attuativo avrà su beni comuni quali suolo, paesaggio, biodiversità e anche effetti sociali, dal momento che l'edilizia convenzionata è stata cancellata.

Anche le opere pubbliche proposte sono del tutto funzionali a dare maggior valore al progetto immobiliare e il loro rilievo di pubblica utilità è tutto da dimostrare.

Bene Comune Cernusco esprime infine preoccupazione per le conseguenze negative che il piano attuativo potrebbe avere sul suolo, il paesaggio, la biodiversità e altri aspetti ambientali.

"Nemmeno una parola sulla petizione"

Ancora il comunicato:

Tornando alla proposta di incontro , ribadiamo: attendiamo la sua risposta alla nostra richiesta di incontro su via Cevedale. È su questo progetto che chiediamo un confronto immediato e trasparente.

Il Pgt sarà un altro capitolo: ci auguriamo che finalmente si inizi a parlare di pianificazione urbanistica orientata all'interesse pubblico, con un reale coinvolgimento della cittadinanza.

Infine , una cosa ci ha colpito profondamente: nell'intervista non c'è una parola sul danno ambientale, sulla perdita di suolo agricolo, sul valore ecologico di quei campi, sul paesaggio storico che sarà cancellato. Nemmeno una parola sulle 1.500 firme raccolte, sulle preoccupazioni della cittadinanza.

Di tutto questo, del cuore della questione, del bene comune, nelle parole della sindaca Colombo e dell'assessore Galbiati non c'è traccia.

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