A Grezzago la politica non fa più beneficenza

Lunedì, col solo voto contrario di Riccardo Coari, della minoranza e l’astensione del primo cittadino, la maggioranza ha rotto una tradizione che durava dal 2009. Gli «stipendi» dei consiglieri e una mensilità di sindaco e assessori servivano a istituire le borse di studio, che ora sono a rischio.

A Grezzago la politica non fa più  beneficenza
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Niente più beneficenza coi gettoni di presenza a Grezzago. Lo ha deciso coi voti della maggioranza il Consiglio comunale.

Niente più beneficenza coi gettoni di presenza dei consiglieri comunali

Niente più gettoni di presenza da devolvere in beneficenza. Dopo ormai un decennio il Consiglio comunale, a maggioranza, ha rotto una tradizione iniziata ormai nel lontano 2009, quando ancora il paese era governato dal primo cittadino Vittorio Mapelli, mettendo a rischio la cerimonia delle borse di studio. Martedì sera, 26 novembre 2019, durante la seduta in Municipio, coi voti contrari dei consiglieri Daniele Elide Caprioni (Lega), Aurelio Quaini, Matteo Baldini (Forza Italia) e dell'assessore ai Servizi sociali, l'ex «rosso» Pierangelo Mattavelli, l'Assise ha deciso che per quest'anno i gettoni di presenza dei consiglieri non verranno più devoluti sistematicamente in progetti di beneficenza. «E' giusto che sia una scelta individuale e personale dei diretti interessati», hanno in seguito dichiarato Quaini e Mattavelli. Vanificate, quindi, le alzate di mano dei consiglieri di minoranza Cristian Fantino (Grezzago migliore), Giovani Vergani (Grezzago per il bene Comune), supportate da quelle del collega di maggioranza Riccardo Coari. Mentre il sindaco Gilberto Barki, che dieci anni fa aveva votato a favore, stavolta si è astenuto.

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