Chiesa

A Cassina de' Pecchi il costruttore di pace di una guerra dimenticata

Incontro decanale con il cardinale Dieudonné Nzapalaiga, arcivescovo di Bangui in Centrafrica

A Cassina de' Pecchi il costruttore di pace di una guerra dimenticata
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Chiesa gremita ieri sera a Cassina de' Pecchi per l'incontro con il cardinale Dieudonné Nzapalaiga, arcivescovo di Bangui in Centrafrica. Una serata intensa di fede, geopolitica e insegnamenti pratici che ha acceso una luce su un conflitto e forse più in generale un Paese dimenticato.

Un messaggio di pace

L'incontro era organizzato dal Decanato di Cernusco sul Naviglio. Inizialmente era previsto nel salone dell'oratorio di via Cardinal Ferrari, ma poi la previsione della forte affluenza di persone ha indotto il decano, don Massimo Donghi, a trasferirlo nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice. E ha avuto ragione, perché quasi tutti i posti a sedere sono stati occupati.

Sua Eminenza ha raccontato la propria storia e offerto il proprio punto di vista, rispondendo in modo semplice alle domande postegli da don Stefano Stimamiglio direttore del settimanale Famiglia Cristiana.

L'impegno per la pace

E' stato proprio quest'ultimo a ricordare un episodio in cui il cardinale ha difeso una famiglia musulmana che lui, allo scoppiare di sanguinosi scontri tra opposte fazioni religiose, stava cercando di portare in un luogo sicuro. Il prelato in quell'occasione strappò (ferendosi) il coltello dalle mani di chi stava per sgozzare il padre di famiglia e per questo fu accusato di tradimento e di aiutare i musulmani.

"Gli islamici hanno ucciso mio padre", gli aveva rinfacciato il mancato omicida. "Non troverai felicità nella vendetta", gli rispose il prelato. Così il cardinale:

Dio vuole che gli uomini vivano assieme, ma quando il Diavolo mette lo zampino ci fa percepire il vicino come nemico. E spesso le differenze religiose vengono usate strumentalmente.

Noi come leader, dobbiamo dire il contrario. E quando lo si fa si prendono dei rischi. Serve qualcuno che dica di "no" alla violenza e alla guerra. Io, il pastore protestante e l'imam a Bangui ci siamo uniti per dire che noi non siamo d'accordo con i conflitti e che invece lavoriamo insieme per un progetto completamente diverso.

La preghiera per la pace

Uno strumento che l'arcivescovo ritiene indispensabile per la pace è la preghiera.

Quando c'è un conflitto la prima cosa da fare è pregare, perché solo la preghiera può darci la forza per pensare alla pace che ci sarà dopo. E poi occorre guardarsi in faccia. C'è il conflitto tra Russia e Ucraina? Prendiamo l'occasione per incontrare russi e ucraini. Non è che tutti i russi sono andati a fare la guerra. Inoltre se posiamo lo sguardo sulla persona che l'immaginario dipinge come nemico allora vedo che ha occhi, bocca, braccia. Insomma, che è simile a noi.

In conclusione il cardinale Dieudonné Nzapalaiga ha risposto alle domande che gli sono state rivolte da alcuni rappresentanti delle diverse realtà all'interno delle parrocchie del Decanato. Oggi, giovedì, alle 19.30, sarà al Teatro Schuster di Pioltello per un'apericena e un incontro con i 18 e 19enni e i giovani in preparazione alla Giornata mondiale della gioventù che si terrà a Lisbona dall'1 al 6 agosto.

Chiesa gremita

Cassina de pecchi incontro con il cardinale Dieudonné Nzapalaiga, arcivescovo di Bangui in Centrafrica
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