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Fase post Covid: "Da Regione finalmente un cambio di rotta"

Pizzul (Pd): "Una svolta che chiedevamo da tempo. Ora speriamo di recuperare il tempo perduto".

Fase post Covid: "Da Regione finalmente un cambio di rotta"
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Finalmente Regione Lombardia opera una decisa inversione di rotta e prende un impegno reale per la fase post Covid. «E questo grazie alle tante, continue, puntuali insistenze del Gruppo regionale del Pd» ha sottolineato Fabio Pizzul, capogruppo dei dem.

Fase post Covid

Sono state, infatti, approvate, in una delle ultime sedute di Consiglio regionale, due mozioni presentate proprio dal Pd che impegnano la Giunta Fontana a garantite test a tariffe standard e tamponi gratuiti, e a stilare un Piano di sanità territoriale post emergenza.

Tampone gratuito

Nel primo caso, la Regione dovrà rendere gratuito il tampone effettuato dopo il test sierologico positivo, che oggi viene rimborsato solo se il tampone stesso risulta positivo, condurre uno studio epidemiologico mediante test sierologici sugli over 65, indicare ai laboratori una tariffa standard per i test sierologici effettuati in via privata e prevedere un percorso agevolato per le aziende che vogliono effettuare i test sui propri dipendenti.

Un piano post Coronavirus

Dunque, di fatto, «Una svolta che chiediamo da tempo, inascoltati, e che ha visto finalmente d’accordo anche le forze di maggioranza. Ora speriamo che si possa recuperare il tempo perduto», si augura Pizzul. Non solo: l’emergenza Covid ha mostrato i limiti della sanità territoriale lombarda e la necessità di prevedere un piano post Coronavirus. Così, grazie alla seconda mozione Pd, la Giunta si impegna a mettere in campo diverse azioni. Innanzitutto c’è l’impegno a rendere obbligatori i vaccini antinfluenzali per gli over 65 e le persone più fragili o a rischio, coperte ora solo al 48%, e, per fare questo, a provvedere da subito all’approvvigionamento delle dosi.

550 milioni per la sanità

Ma c’è molto di più. «Grazie ai decreti di aprile e di maggio del Governo, alla Lombardia arriveranno 550 milioni di euro di euro per la sanità, sia di territorio che ospedaliera, il che consente di prevedere assunzioni di medici e infermieri necessari all’organizzazione di un’infrastruttura territoriale sanitaria – prosegue Pizzul –. Sarà possibile quindi potenziare le Usca, le Unità speciali per la continuità assistenziale, per arrivare, come previsto dalla normativa nazionale, ad averne una ogni 50mila abitanti, disponendo un piano di assunzioni del personale medico e infermieristico e investendo le risorse necessarie a pagare le prestazioni già somministrate e quelle future».

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