General Electric: speranza per lo stabilimento e i lavoratori sestesi

Nuovo incontro al ministero, con sindaco e assessore: cinque società interessate all'acquisizione del sito produttivo

General Electric: speranza per lo stabilimento e i lavoratori sestesi
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Uno spiraglio di luce sulla vertenza General Electric. C’è speranza di rilancio e di riapertura per lo stabilimento di viale Edison, a Sesto San Giovanni, dopo il vertice (l’ottavo sul tema) che si è tenuto giovedì a Roma, al ministero dello Sviluppo economico.

Al ministero anche sindaco e assessore

A sedersi attorno al tavolo delle trattative sono stati i rappresentanti dell’azienda, del ministero e di Regione Lombardia, i sindacati, i lavoratori e la stessa Amministrazione comunale sestese, presente con il sindaco Roberto Di Stefano e l’assessore alle Attività produttive Maurizio Torresani. Cinque società, infatti, avrebbero avanzato l’interessamento all’acquisizione del sito produttivo Ge, in fase di bonifica. A comunicarlo è stata la stessa General Electric.

Il parere della Fiom. A novembre nuovo vertice in Regione

«Come Fiom abbiamo posto il problema degli ammortizzatori sociali, in scadenza per la fine dell'anno - hanno sottolineato dal sindacato dei metalmeccanici - Il confronto è stato aggiornato ai primi giorni di novembre con un tavolo tecnico presso Regione Lombardia, dove saranno presenti, oltre ai rappresentanti sindacali e quelli della Regione, anche il Comune di Sesto, la Città Metropolitana e i rappresentanti dell'azienda, per verificare gli strumenti incentivanti da offrire agli eventuali acquirenti. Entro novembre, presso il ministero dello Sviluppo economico, si terrà un nuovo incontro di monitoraggio».

"Non bisogna parcellizzare il sito produttivo di viale Edison"

Insomma, le trattative vanno avanti con un unico obiettivo: riaprire lo stabilimento General Electric e difendere l’occupazione dei lavoratori, reduci da un’occupazione del sito durata più di un anno e terminata solo pochi mesi fa, a fine luglio.  La Fiom ritiene «positivo l'interesse di società che permetterebbero la non parcellizzazione del sito. È fondamentale ora che da questa fase si passi prima possibile alla fase di due diligence».

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