La Segreteria della Fiom Cgil Brianza esprime una forte preoccupazione per la situazione dell’industria metalmeccanica della provincia, dove operano oltre 40mila lavoratrici e lavoratori impiegati in comparti altamente diversificati: microelettronica, elettrodomestico, prodotti per l’infanzia, automotive, manifattura e siderurgia.
Tante situazioni aperte
Alle soglie della chiusura dell’anno, il quadro produttivo brianzolo è segnato da un numero crescente di crisi aziendali, con ricadute pesanti su occupazione, investimenti e prospettive di sviluppo.
Le crisi in dettaglio
Haier Candy – Brugherio
A giugno è cessata la storica produzione di lavatrici.
Lo stabilimento è in fase di riconversione a Hub Service (logistica, assistenza tecnica, gestione ricambi e ricondizionamento “green” degli elettrodomestici).
La trasformazione comporta tuttavia una riduzione strutturale delle attività produttive e rimangono incerti numeri, ruoli e tempi della ricollocazione interna.
STMicroelectronics – Agrate Brianza
Il principale stabilimento del territorio, con 5.400 addetti, ha vissuto mesi di forte apprensione dopo l’annuncio di 1.800 esuberi. Sebbene l’azienda abbia formalmente ritirato la procedura, non esiste ad oggi un nuovo piano industriale, lasciando irrisolti interrogativi sulla continuità delle produzioni, sugli investimenti futuri e sulla tenuta occupazionale.
La Fiom ritiene urgente un confronto strutturale per evitare che il ritiro degli esuberi sia solo temporaneo.
Micron – Vimercate
La multinazionale ha annunciato 9 esuberi in Brianza (su 25 nazionali), legati alla delocalizzazione verso il Sud-Est asiatico.
La scelta avviene nonostante risultati finanziari molto positivi e conferma una strategia che indebolisce il sito brianzolo e mette a rischio competenze di alto profilo.
Peg Perego – Arcore
Crisi di mercato e fine degli ammortizzatori sociali; in corso gestione degli esuberi.
Cbi, Rosler, Gruppo Confalonieri, Cpm, Gdf e Imv Presse
Il calo degli ordinativi, collegato alla debolezza di settori chiave come automotive, impiantistica e arredamento, ha portato queste aziende a ricorrere alla cassa integrazione, con conseguenze significative su redditi e stabilità occupazionale.
Edim Spa – Villasanta (Gruppo Bosch)
La proprietà ha annunciato la volontà di vendere l’azienda, accompagnata dalla gestione di esuberi.
In assenza di un acquirente solido e di investimenti certi, il futuro dello stabilimento resta estremamente incerto.
La Fiom chiede garanzie sulla continuità produttiva e sul mantenimento dell’occupazione.
Staubli
La società ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per delocalizzazione, colpendo un sito tecnologicamente avanzato e con personale altamente specializzato.
Hydro Extrusion
La chiusura della fonderia e il ricorso alla cassa integrazione aggravano le difficoltà di un settore già segnato da costi energetici elevati, volatilità delle materie prime e concorrenza internazionale.
La perdita di capacità produttiva rischia di indebolire l’intera filiera locale dell’alluminio.
Verniciatura Arcore
A causa del drastico calo delle commesse, l’azienda – fornitore della filiera moto – ha attivato la cassa integrazione.
Il comparto motociclistico, altamente sensibile alle oscillazioni del mercato, trasmette immediatamente i propri rallentamenti sull’indotto.
Contesto nazionale e mobilitazioni
Questa situazione di forte criticità si intreccia con due elementi centrali del contesto nazionale, come hanno sottolineato i sindacati.
1. Rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici
Il 22 novembre è stato sottoscritto il rinnovo del Ccnl, con un aumento salariale di 205,32 euro sul livello C3, dopo oltre 40 ore di sciopero a livello nazionale.
Un risultato importante, che valorizza il lavoro metalmeccanico e rafforza salari erosi dall’inflazione.
2. Sciopero generale del 12 dicembre contro la Legge di Bilancio
La Cgil ha proclamato uno sciopero generale nazionale contro una Legge di Bilancio ritenuta “ingiusta e sbagliata” per il suo impatto su salari, pensioni e politiche del lavoro.
Sono previste iniziative in tutta Italia: anche a Monza si terrà una manifestazione con corteo.
La Brianza attraversa una fase di fragilità senza precedenti. A fronte di un territorio industriale ricco di competenze e innovazione, aumentano delocalizzazioni, esuberi e ricorso alla cassa integrazione. La firma del Ccnl dimostra che, con la mobilitazione, si possono ottenere risultati importanti. Ora serve lo stesso impegno collettivo per garantire futuro all’occupazione e all’industria del nostro territorio. Il 12 dicembre 2025 saremo in piazza, anche a Monza, per chiedere politiche industriali e sociali capaci di proteggere chi lavora e di sostenere lo sviluppo
hanno detto dalla segreteria Fiom Cgil Brianza.